Eurovita: contesa tra banche e assicurazioni per il nodo riscatti allontana il salvataggio
Si accende il contrasto tra banche e assicurazioni per pagare il salvataggio Eurovita secondo quanto risulta a Wall Street Italia da fonti vicine al dossier. E questo rende ancor più tortuoso il sentiero verso una soluzione definitiva che non crei malcontenti negli attori coinvolti e, di conseguenza, verso lo sblocco dei riscatti previsto dall’Ivass per il prossimo 30 giugno che, in questo modo, è molto probabile venga rinviato di un mese o due.
Mentre una quindicina di banche distributrici, tra cui le principali sono Intesa, FinecoBank, Fideuram, Credem e Sparkasse, lavorano instancabilmente con le cinque compagnie di assicurazioni chiamate in campo da Ivass e dal ministero dell’Economia (Intesa Vita, Poste Vita, Generali, Unipol e Allianz) per salvare non solo la compagnia finita in amministrazione straordinaria lo scorso marzo ma anche l’intero sistema assicurativo da una crisi di fiducia, Federpromm ha richiesto un incontro al commissario straordinario Alessandro Santoliquido e al Comitato di Sorveglianza affinché vengano fornite le informazioni utili a conoscere le trattative in corso tra i vari soggetti per un celere salvataggio. Federpromm (affiliata Uiltucs e Uilca) rappresenta moltissimi titolari di polizze della compagnia e i vari operatori professionali associati (consulenti finanziari, agenti e sub agenti) e ha inviato al commissario di Eurovita una lettera via pec, firmata dal presidente Manlio Marucci, che recita così:
“Gentile Commissario, relativamente alla ormai prossima scadenza del termine dell’amministrazione straordinaria di Eurovita, ritengo opportuno, a nome della scrivente organizzazione, incontrarla al fine di ricevere le informazioni sullo stato dell’azienda e sulle prospettive future, nel rispetto delle posizioni dei sottoscrittori titolari delle polizze, sia del ramo I che del ramo III. Altresì le proposte che, come operatori del settore, abbiamo elaborato nell’interesse dei moltissimi soggetti contraenti ed assicurati da noi assistiti i quali manifestano, in ultima ipotesi, anche l’intenzione di adire l’iter giudiziario. Al fine di rendere le informazioni coerenti e rispettose delle logiche di una razionale soluzione del caso che ha coinvolto oltre 350 mila clienti e soprattutto voler offrire – come condizione necessaria – una maggiore trasparenza al mercato, mi auguro possa accogliere positivamente la presente richiesta di incontro, in tempi relativamente brevi”.
La contesa banche-assicurazioni per salvare Eurovita è sul nodo riscatti
A preoccupare i risparmiatori è proprio il braccio di ferro tra le banche-reti collocatrici delle gestioni separate di Eurovita che, nel piano sul tavolo del Mef, dovrebbero farsi interamente carico degli eventuali riscatti che potrebbero scaturire una volta sbloccati dall’Ivass cosicché le assicurazioni riescano a preservare intatto il loro Solvency Ratio. Le banche-reti distributrici ritengono che la proposta di soluzione emersa dagli incontri degli ultimi giorni sia troppo sbilanciata a favore delle compagnie assicurative proprio per l’onere dei riscatti: al cliente verrebbe liquidata la polizza senza penalizzazioni sul capitale, visto che si tratta di gestioni separate, ma i titoli sottostanti li prenderebbero in carico proprio le banche, registrando minusvalenze importanti.
In sostanza la compagnia assicurativa restituirebbe al cliente il 100% del capitale vendendo i titoli sottostanti in perdita all’istituto distributore, trasferendo sui bilanci di quest’ultimo la minusvalenza realizzata. In questo modo ci sarebbe compartecipazione al salvataggio.
Perciò le banche-reti hanno chiesto un incontro con le controparti assicurative per limare l’accordo e trasferire almeno una parte dell’onere dei riscatti (molto inferiore alla metà del valore delle polizze riscattabili) sui big assicurativi, quantomeno i disinvestimenti fisiologici.
Le banche fino ad ora sono state disposte ad accettare questa condizione per non subire un danno reputazionale, che potrebbe costare più delle minusvalenze e innescare una crisi di fiducia, e per non far scappare i clienti, sperando di poter recuperare in futuro tutta la perdita con una gestione sana e professionale degli asset in portafoglio e con l’aiuto di eventuali tagli dei tassi da parte della BCE (scenario improbabile fino ad almeno il 2024).
Ma sembra che le compagnie assicurative siano molto fredde a riguardo e questo potrebbe far slittare il congelamento dei riscatti almeno fino al 31 luglio prossimo se non a settembre, avverando i timori dei 350.000 assicurati coinvolti, soprattutto degli emiliani colpiti dall’alluvione.