Economia

Eurovita: il nodo unit linked rallenta la corsa contro il tempo

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Buona parte degli investitori Eurovita possono interrompere il versamento dei premi per le polizze di ramo I e III (tra cui le unit linked), a premio ricorrente, fino allo sblocco dei riscatti, risparmiandosi quantomeno la beffa oltre al danno. Infatti, alla luce della recente proroga del congelamento dei riscatti, gli assicurati sono gli unici a sostenere l’onere della crisi della società, non potendo disporre liberamente dei propri risparmi.

Governo e autorità di vigilanza nel frattempo hanno iniziato una corsa contro il tempo per trovare entro il prossimo 30 giugno una soluzione che possa appunto mettere in sicurezza i clienti di Eurovita, evitando riscatti e contraccolpi alla credibilità del settore finanziario quando terminerà anche il nuovo blocco imposto da Ivass. Ma la sensazione è che i nodi da sciogliere per l’operazione di salvataggio della compagnia assicurativa, finita in amministrazione straordinaria e affidata al commissario Alessandro Santoliquido, siano ancora numerosi e il rimpallo tra banche e assicurazioni sembra solo complicare la vicenda.

Per questo motivo il 12 aprile, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, si è tenuta una nuova riunione interlocutoria coordinata dal ministero dell’Economia che ha visto la partecipazione delle banche distributrici delle polizze, tra cui FinecoBank, Sparkasse, Banca Fideuram e Credem, per discutere dell’ultima ipotesi di piano di salvataggio avanzata dalle compagnie coinvolte, ovvero Poste Italiane, Intesa Sanpaolo, Generali, Unipol e Allianz, con un documento circolato negli ultimi giorni.

Lo scenario proposto dalle assicurazioni sarebbe quello di un trasferimento di tutti i portafogli vita di Eurovita ai cinque gruppi assicurativi. Sia le gestioni separate, che hanno riserve per circa 9 miliardi, sia le unit linked, che rappresentano masse per circa 6 miliardi. In pratica il marchio della compagnia scomparirebbe e i sottoscrittori delle polizze si ritroverebbero a interloquire con uno dei grandi gruppi assicurativi che si spartirebbero in parti uguali i portafogli di Eurovita.

Il nodo delle unit linked 

Un’ipotesi che appare indubbiamente attraente considerando che, in questo modo, si ridurrebbe al minimo il rischio di riscatti anticipati, con i clienti di Eurovita che sarebbero rassicurati dal nome e dalla stabilità degli acquirenti. Ma separare in cinque parti uguali il portafoglio non è un’operazione semplice e i dubbi riguardano in particolare le polizze unit linked che, in un primo scenario, si era ipotizzato di mantenere separate in una Eurovita ricapitalizzata, riavviata sul mercato con un nuovo brand e un azionariato diffuso tra le compagnie. Trasferire le polizze unit non sarebbe affatto semplice e c’è addirittura chi ipotizza che, tecnicamente, bisognerebbe prima chiudere i vecchi prodotti per poi aprirne di nuovi.

Clienti in apprensione

La sensazione è quella di un generale apprezzamento ma non mancano riflessioni sulla fattibilità e sulla tempistica emerse ieri durante la riunione con le banche, che hanno un ruolo determinante. Non solo dovranno gestire la relazione con il cliente, una volta scongelate le polizze, ma dovranno fornire la liquidità che dovesse essere necessaria in caso di riscatti anticipati delle gestioni separate (in uno schema che prevederebbe in cambio l’offerta in pegno dei titoli di Stato sottostanti le polizze): tutte questioni che andranno necessariamente sciolte nei prossimi giorni mentre sale la preoccupazione tra i 400mila risparmiatori coinvolti, che si stanno rivolgendo in massa a Confconsumatori e stanno sospendendo i nuovi versamenti per la crisi di fiducia.