Esperto antiriciclaggio e governance d’impresa
Nel 2015, è dovuta intervenire la Banca Centrale Europea di Mario Draghi, che dispose la esecuzione di appositi stress test, per verificare la solidità patrimoniale del sistema creditizio europeo e nazionale.
Sappiamo come è finita la vicenda e sappiamo che tanti bilanci di molte banche erano falsi, molti crediti non erano garantiti e quindi, moltiplicando le sofferenze, molte banche non sono state in grado di onorare i propri debiti per la prevista scadenza delle cedole sulle obbligazioni acquistate da migliaia di risparmiatori. Si sono quindi verificati il fallimento di molte banche, con intervento pubblico per garantire la mera sopravvivenza di molti istituti di credito.
All’epoca, le uniche cose certe, vere, erano i lauti compensi agli amministratori e i dividendi lunari ai soci, con bilanci che stonavano o parlavano di un capitale ormai scomparso da tempo.
La verifica della solidità patrimoniale, che era il fine ultimo perseguito dagli stress test, ha dimostrato che, nel generale disinteresse degli organi di controllo e la colpevole condotta di taluni banchieri, in qualche caso spregiudicati (pensiamo ai crediti “baciati” erogati all’impresa), senza fare accantonamenti e falsificando le fotografie dello stato patrimoniale (bilanci di esercizio), sono riusciti a dilapidare ingenti risorse provenienti dal risparmio degli italiani.
Ivass ed Eurovita
L’Ivass, Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, è un ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico che opera per garantire l’adeguata protezione degli assicurati perseguendo la sana e prudente gestione delle imprese di assicurazione e riassicurazione e la loro trasparenza e correttezza nei confronti dei risparmiatori.
Oggi l’Ivass, con l’intento di onorare il proprio mandato istituzionale, consapevole delle tante esperienze poco lusinghiere vissute dal mondo del risparmio, ha pensato bene di porsi qualche domanda.
In pratica, per come leggo da alcuni articoli di stampa, sembra che l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni abbia voluto anticipare potenziali eventi avversi, attraverso verifiche mirate circa la solidità patrimoniale delle compagnie coinvolte – Eurovita in primis – che pare vacillare e per questo ha invitato il socio di maggioranza, Cinven, a mettere mano al portafoglio per una ricapitalizzazione.
Cinven è una società d’investimento britannica nata nel 1977 per gestire i fondi pensione delle miniere di carbone inglesi. Nel 1995 è diventata indipendente e ha lanciato il suo primo fondo l’anno successivo.
L’invito per ricapitalizzare la barcollante Eurovita non decolla, qualche risparmiatore comincia a preoccuparsi.
Quando la compagnia può arrivare a trattenere anche oltre il 40% del rendimento come costi, sorge il dubbio che qualcuno specula. Oggi bisogna capire da quanto tempo e in che misura. Si avvicina il cattivo tempo!