Eurovita, in arrivo il salvataggio. Possibile proroga al congelamento dei riscatti
Per non scatenare crisi di panico e di sistema, l’IVASS ha preso tempo per permettere agli attori coinvolti nel salvataggio di Eurovita di trovare una soluzione definitiva che calmi definitivamente le acque.
L’obiettivo è tutelare i 350mila i risparmiatori rimasti intrappolati nella crisi della compagnia assicurativa dopo che gli azionisti inglesi non l’hanno ricapitalizzata a sufficienza. Intanto, la fiducia nel comparto assicurativo inizia a vacillare.
Congelamento dei riscatti fino al 31 luglio
Nel dettaglio, l’IVASS avrebbe concesso il congelamento dei riscatti delle polizze vita per un altro mese, fino cioè al 31 luglio, perché il salvataggio, stando a Il Sole 24 Ore, sarebbe ormai prossimo ed è nell’interesse dell’intero sistema assicurativo che venga concluso alle migliori condizioni per tutti gli attori coinvolti, risparmiatori inclusi. La proroga sarebbe infatti subordinata alla presentazione da parte dell’IVASS di un piano di salvataggio sufficientemente dettagliato e “garantista”, che farebbe digerire ai risparmiatori la brutta notizia.
Dunque un accordo di massima tra mondo assicurativo e bancario, secondo il quotidiano salmonato, ci sarebbe, ma gli istituti di credito coinvolti avrebbero chiesto alcune “piccole condizioni correttive”, una sorta di ultimo miglio, per realizzare un ribilanciamento degli oneri e per rendere più equilibrata, dal loro punto di vista, l’operazione.
La controproposta dei distributori di polizze Eurovita ai big assicurativi
Le cinque banche più coinvolte nella distribuzione dei prodotti della compagnia finita in amministrazione straordinaria affidata ad Alessandro Santoliquido (cioè FinecoBank, Fideuram, Credem, Sparkasse e Intesa) avrebbero fatto una controproposta al mondo assicurativo. Ad affiancarle si sarebbero unite realtà come la Cassa di risparmio di Volterra, la Banca Popolare Puglia e Basilicata, il Gruppo Iccrea e Cassa Centrale a cui fanno riferimento molte Bcc e casse di risparmio coinvolte ma anche Banca Profilo e Banca Consulia solo per citare alcuni nomi.
Secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, dopo diversi incontri tenutisi negli ultimi dieci giorni, ce ne sarebbero stati due decisivi mercoledì 24 maggio sera e giovedì 25 maggio, quando si sono riuniti tutti i rappresentanti delle banche. Proprio dopo quest’ultimo meeting sarebbe stata formalizzata la risposta alla bozza di accordo delle banche collocatrici (le più esposte) con un peso di oltre il 90% circa sul monte polizze.
Lo schema di salvataggio di Eurovita
Lo schema di salvataggio prevede un frazionamento di Eurovita in cinque rami di azienda, che verrebbero ceduti a Generali, Poste Vita, Intesa Sanpaolo Vita, Unipol e Allianz, pronte a rilevare il portafoglio dividendoselo in parti uguali. E con i collocatori che dovrebbero farsi carico di eventuali riscatti dei clienti. Come? Anticipando la liquidità necessaria a rimborsare agli assicurati il valore di riscatto delle polizze (che sarebbe a opera della compagnia subentrante) e ricevendo in cambio i titoli sottostanti al contratto assicurativo (che spesso sono minusvalenti) per gestirli con la dovuta pazienza.
Ora i gruppi bancari sono in attesa di una risposta da parte delle compagnie al loro piano revisionato e auspicano, in sostanza, che venga accolta la loro nuova proposta e che i big delle polizze si siedano al tavolo per trovare il compromesso finale, entro fine maggio, in modo che ogni banca possa poi sottoporre l’ipotesi di accordo ai propri CdA. I ritocchi chiesti “in modo costruttivo” pare che riguardino in particolare il nodo riscatti (che potrebbero non essere pochi) su cui si chiede maggior bilanciamento, per rendere l’ipotesi più digeribile anche per le piccole e medie realtà bancarie.
Il punto di vista dei risparmiatori
L’importante, come ricordano anche i rappresentanti dei consumatori, è che si arrivi ad un rapido accordo: il blocco dei riscatti dura fino al 30 giugno. L’Ivass potrebbe concedere un altro mese (o due) solo a condizione che sia tutto prospettato e ci siano impegni certi sul piano di massima. Ma il tempo stringe.
Nell’incontro del 7 giugno con il commissario Santoliquido, le associazioni, a cominciare da Adiconsum e Federconsumatori, chiederanno di conoscere in dettaglio la composizione delle gestioni separate di Eurovita per valutarne pericolosità e possibili perdite.
Sul tavolo c’è anche una proposta della First CISL, avanzata dieci giorni fa, che chiede in sostanza un fondo di garanzia, sul modello bancario del FITD, con vincolo di solidarietà tra le compagnie assicurative per le polizze. Anche altre associazioni si sono già dette favorevoli, per evitare nuovi casi Eurovita in futuro.
A salvataggio ultimato, bisognerà anche ragionare sul modello di alcune polizze. Le organizzazioni dei consumatori ritengono che la vendita di titoli di Stato italiani, francesi e tedeschi, in epoca di tassi alti, sia avvenuta guardando più agli interessi degli azionisti che dei clienti e che su alcuni meccanismi sia necessario intervenire.
Mentre per Assoutenti, “l’integrazione di IVASS in Banca d’Italia ha indebolito la vigilanza e il controllo dei due settori, senza creare sinergie positive per assicurati, correntisti e imprese“. In realtà, se andrà in porto, lo schema misto banche-assicurazioni di salvataggio di Eurovita sembrerebbe provare esattamente il contrario.