I tempi per la soluzione al caso Eurovita si allungano e questa non è certo una notizia piacevole per i risparmiatori coinvolti. A fare il punto sulla situazione è l’Ivass nella sua relazione annuale, presentata oggi a Roma in conferenza stampa. Vediamo tutto nell’analisi.
Cooperazione con il governo, ma il coordinamento con l’Ue è difficile
“Le negoziazioni sono in corso, auspichiamo che venga trovata a breve una soluzione al caso nell’interesse degli assicurati”, è bastata questa frase sibillina a far trapelare tutta la preoccupazione dell’Ivasssullo sblocco dei riscatti per i clienti di Eurovita. Da un lato, il presidente di Ivass, Luigi Federico Signorini, evidenzia la “eccellente cooperazione con Governo e altre autorità sul caso Eurovita”.
All’insediarsi del nuovo Governo, precisa Signorini, “abbiamo riavviato il confronto con le autorità competenti, in primo luogo il Ministro delle imprese e del Made in Italy; ne abbiamo tratto conferma di attenzione e disponibilità”.
Tuttavia, dall’altro lato, “si registrano difficoltà di coordinamento con altre autorità europee di settore per la vigilanza su operatori transfrontalieri”.
Eurovita un’eccezione nel sistema assicurativo italiano
Un “caso a parte”: così viene definita Eurovita rispetto alle assicurazioni italiane, a sottolineare l’eccezionalità della vicenda di una “compagnia di medie dimensioni caratterizzata da specifiche debolezze”, tra cui “inadeguata gestione dei rischi, limitata dotazione di capitale, disimpegno degli azionisti”.
Dopo aver ripercorso le tappe principali degli ultimi mesi, Ivass sottolinea come si stia “delineando una via d’uscita che vede coinvolto un gruppo di banche e assicurazioni. Ivass ha lavorato in stretto raccordo con le autorità di Governo per la definizione di una soluzione sostenibile, robusta, equilibrata.”
I riscatti anticipati e la gestione del rischio liquidità
L’Ivass sottolinea che “se tutti gli assicurati detengono la polizza fino a scadenza, non vi sono per le compagnie e per i loro clienti rischi che non trovino presidio nella regolamentazione prudenziale delle assicurazioni. Questo vale anche nel caso patologico Eurovita.”
Tuttavia, se le polizze consentono riscatti anticipati a valori predeterminati, “si pone il problema di garantire congruità tra la liquidità dell’attivo e del passivo, e di coprire il rischio economico-finanziario connesso con il rendimento promesso agli assicurati lungo tutta la vita del contratto.”
Alla luce di ciò, “Solvency II meriterebbe un ripensamento” su questo punto con “presidi applicabili fin dal momento della stipula di contratti liberamente riscattabili in anticipo, senza penalità e con rendimento garantito.”
Negli ultimi mesi Ivassha “intensificato l’azione sul rischio di liquidità” e si aspetta che “le compagnie rivedano, in termini prospettici e strutturali, il presidio sul rischio di liquidità, sia nella fase del disegno dei prodotti, sia nelle pratiche di gestione del rischio”.
Lo scenario di mercato e l’impatto sul ramo Vita
Il tutto, in un contesto in cui “la crescita dei tassi e quella dei prezzi hanno avuto impatti di rilevo sulle compagnie assicurative italiane attraverso, rispettivamente, la riduzione del valore di mercato delle attività e passività finanziarie e l’aumento dei costi dei sinistri.”
Questo mutato contesto “ha contribuito ad accrescere il rapporto fra riscatti e premi nel segmento Vita.” Si è così “innalzata l’attenzione delle compagnie e del supervisore sul rischio di liquidità.”
Nel 2022, per le compagnie specializzate nel Vita, il solvency ratio è diminuito in media di oltre 25 punti, a poco più del 200 per cento. Per la prima volta da dieci anni la gestione Vita ha chiuso in perdita: è passata da un utile di 4,3 miliardi a una perdita di 0,4. La raccolta Vita si è ridotta dell’11%; trend proseguito nei primi mesi del 2023.
Ciononostante, i rafforzamenti di capitale realizzati dagli azionisti e le minori distribuzioni di dividendi hanno contribuito all’adeguata patrimonializzazione delle compagnie. Nel complesso i rischi appaiono “adeguatamente presidiati”, “l’attenzione delle compagnie deve rimanere alta”.