ROMA (WSI) – Il grande errore che è stato commesso nel concepire l’euro è stato creare una unione monetaria senza l’unione economica; se non si porrà rimedio a questa grande lacuna, così se non si ritornerà al senso comunitario della governance – ovvero a una Commissione europea che si riappropria della sua centralità nel sistema dei poteri decisionali, attraverso l’elezione del suo presidente da parte dell’Europarlamento – l’Eurozona rischia di non arrivare al 2020.
Parola di Giuliano Amato che ieri sera al Parlamento europeo ha presentato il libro: “Prove di Europa unita – Le istituzioni europee di fronte alla crisi”, che ha scritto insieme all’eurodeputato del Pd Roberto Gualtieri. L’ex premier italiano ha anche invocato che le due cariche di numero uno dell’esecutivo Ue e del presidente del Consiglio europeo si fondano, in modo da “togliere la Commissione dall’angolino in cui si trova oggi, nella funzione di segretariato del Consiglio”.
Forti critiche alle politiche adottate dall’Eurozona, che ha adottato solo politiche di rigore di bilancio, dunque di austerity , senza promuovere alcuna politica di crescita anticiclica, fino ad arrivare al paradosso, secondo cui “abbiamo oggi tre livelli di governo, europeo, nazionale e locale, e tutti e tre fanno solo politiche di austerità: non ha senso, mi ricorda la canzone ‘via dei matti numero zero'”, ha detto l’ex premier.
Non ha senso nemmeno, ha detto ancora Amato, “immobilizzare 500 miliardi di euro, una cifra mai vista, nel Fondo salva-Stati, per fare quello che potrebbe fare la Bce: usiamoli invece per fare politiche anticicliche”.
Nel dibattito presente anche l’economista tedesco Daniel Gros che, riferendosi alla governance attuale dell’Eurozona ha affermato che “non è una governance comune, ma una dittatura dei paesi creditori”.
Secondo Amato, di fatto, si è passati “da un sistema che doveva essere ‘rule based’ a un sistema ‘power based’, che sta facendo crescere l’ostilitità reciporca invece della fiducia, così muore una comunità”.
Dunque, concludendo: “se continua così salta tutto”, ha concluso Amato, precisando che “la moneta unica non può reggere se basta una scossa a Cipro per provocare un terremoto nell’Eurozona di magnitudo 6,5 sulla scala Richter”.
Da segnalare che nella notte fra il 9 e il 10 luglio 1992, il governo Amato effettuò comunque un prelievo forzoso sulle banche italiane, prelevando il 6 per mille su ogni deposito e dando il via all’imposta patrimoniale.