BRUXELLES (WSI) – Le industrie dei servizi e della maniffatura dell’Eurozona hanno deluso le aspettative questo mese, deteriorandosi anche se di poco. La tragedia greca ha avuto un impatto sulla fiducia delle aziende private della regione.
L’attività industriale è infatti calata in luglio, con l’indice PMI composito che si è contratto a 53,7, facedo peggio delle attese del mercato. Allo stesso tempo, il livello non si è allontanato troppo dai massimi di quattro anni toccati di recente.
Spaccando l’indice in due si scopre che il terziario ha tenuto meglio del manifatturiero. L’indicatore di quest’ultimo è sceso a luglio a 52,2 punti dai 52,5 di giugno, restando comunque ben al di sopra della soglia di 50 punti, oltre la quale si segnala espansione dell’attività.
Anche l’indice PMI dei servizi è sceso marginalmente a 53,8 da 54,4, confermando lo stato di salute del terziario.
Fra le cinque grandi economie del blocco a 19, la Germania ha subìto un piccolo rallentamento, in linea con la media europea, mentre la frenata è apparsa un po’ più pronunciata in Francia.
Per il secondo trimestre viene confermata una stima di crescita dello 0,4% per l’intera area euro.
Intanto in Italia i salari non riescono a tenere il passo nemmeno di un’inflazione con tassi di crescita bassissimi. Le retribuzioni sono rimaste pressoché stabilie su mese.
Ancora non si vedono gli effetti positivi della sentenza della Consulta sul blocco degli stipendi nella Pubblica Amministrazioni.
Secondo gli ultimi dati Istat, nel mese di giugno l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie aumenta dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell’1,1% nei confronti di giugno 2014. Complessivamente, nei primi sei mesi del 2015 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,1% rispetto al corrispondente periodo del 2014.
Si sono registrate variazioni nulle in tutti i settori della funzione pubblica. Alla fine di giugno 2015 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 59,7% degli occupati dipendenti e corrispondono al 55,3% del monte retributivo osservato.
Nello stesso periodo la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 40,3% nel totale dell’economia e del 22,9% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 52,2 mesi per l’insieme dei settori e di 34,7 mesi per quelli del settore privato.
(DaC)