ROMA (WSI) – L’inflazione è migliorata nell’area euro a gennaio, ma non abbastanza da impedire alla Bce di intervenire varando nuove misure di stimolo monetario a marzo, come velatamente preannunciato dal governatore dell’istituto centrale, Mario Draghi. È l’opinione degli economisti di Nordea.
L’inflazione è salita dello 0,4% su base mensile dopo lo 0,2% di dicembre, mentre la componente core, che esclude i fattori volatili come cibo ed energia, ha registrato un incremento dell’1% dopo il +0,9% del mese prima. In dicembre l’indice dei prezzi al consumo era calato.
Jan von Gerich di Nordea ha sottolineato che i dati sono stati influenzati da alcuni effetti momentanei, che saranno completamente compensati in febbraio. Il rimbalzo dei prezzi del petrolio è una magra consolazione per la Bce, le cui aspettative inflative non hanno invece visto un aumento equivalente. In marzo, di conseguenza, “è lecito attendersi altri stimoli monetari”.
L’inflazione è rimata intorno allo zero per quasi un anno, tanto che persino il presidente della Bundesbank, Jens Weimann, noto falco timoroso dell’iperinflazione, ha avvertito che nei prossimi mesi l’indice dei prezzi al consumo potrebbe scendere sotto zero, allontanandosi ulteriormente dall’obiettivo della Bce del 2%.
La Bce sta comprando titoli di Stato e altri asset al ritmo di 60 miliardi di euro al mese e ha mantenuto i tassi di interesse ai minimi storici dello 0,05%. Al meeting del 10 marzo Draghi dovrebbe tagliare il tasso sui depositi bancari al -0,4% dal -0,3% attuale, secondo le stime degli analisti. Resta da vedere come verrà ampliato, allungato o comunque potenziato il piano di Quantitative Easing.