NEW YORK (WSI) – Le conseguenze negative che la Brexit avrà in Europa non sono il problema esistenziale più pressante del continente. Sul breve termine il maggiore rischio economico e finanziario è quello rappresentato da Portogallo e Italia.
Lo sostiene la società di consulenza Eurasia, uno dei principali gruppi di analisi dei rischi politici al mondo. Per gli analisti “l’economia politica dell’Europa meridionale va di male in peggio“, si legge in una nota.
Il gran caos scaturito dalla Brexit il 23 giugno ha mascherato problemi ben più gravi in Europa. “È assolutamente possibile che nei prossimi mesi l’Italia e il Portogallo dovranno fare i conti con la caduta dei rispettivi governi e il ricorso a piani di salvataggio delle banche”.
Sarebbe un uno due molto doloroso per l’Eurozona e per i mercati mondiali. La situazione italiana, che rischia di piombare nell’instabilità politica se il governo non uscirà vincitore dal referendum costituzionale del 4 dicembre, è ben nota.
Ma quella portoghese è passata ancora più inosservata e rischia invece di essere il primo catalizzatore delle vendite sui mercati e prima valida preoccupazione per le autorità dell’Eurozona. A Lisbona il governo a guida socialista che è in piedi da appena nove mesi ha già bloccato le riforme economiche e fiscali chieste da Bruxelles e consigliate da Fmi e Bce.
Il parlamento europeo ha provato a opporsi alla proposta dell’esecutivo europeo di ridurre i fondi destinati al Portogallo e alla Spagna, a causa dei loro deficit eccessivi. Ma la Commissione Europea ha detto che le regole sono regole e vanno rispettate. Perciò bisogna sospendere i fondi. Finora mai nessun paese membro è stato multato per violazione del Patto di Stabilità.
Portogallo rischia di restare senza aiuti Bce
Nelle ultime settimane la Commissione Europea e il governo portoghese sono però riusciti a trovare anche un accordo, quello per la ricapitalizzazione dell’istituto pubblico Caixa Geral de Depositos. È una delle due banche che sono sull’orlo del collasso da qualche tempo. Il vero problema in questo caso è come l’intervento pubblico dello Stato influenzerà il rating sulla qualità creditizia sovrana del paese.
È importante perché se il Portogallo dovesse essere declassato allo status di “spazzatura” (junk) dall’agenzia di rating canadese DBRS, non avrebbe più un solo giustizio di investiment grade rimasto e verrebbe punito inevitabilmente dai mercati, che perderebbero completamente la loro fiducia nelle capacità del governo di ripianare i debiti e rifinanziarsi sui mercati.
Le tre agenzie americane Fitch, Moody’s e Standard & Poor’s hanno già declassato a junk il credito del paese lusitano. Se il Portogallo resta orfano di un investment grade, perde il diritto di partecipare al programma di acquisto di bond della Bce, il Quantitative Easing.
“Il peggiore scenario è quello in cu i mercati sono minacciati, provocando la caduta del governo“. A proposito di esecutivo che rischia di sciogliersi, l’Italia è la prossima della lista delle micce esplosive che rischiano di scoppiare in Eurozona a fine anno.
Secondo il gruppo di consulenza politica “l’Italia è altrettanto vulnerabile”. Le riforme hanno perso slancio prima del referendum di questo autunno. Per ora “continuiamo a credere che il referendum passerà (con il 60% delle probabilità). Ma questo non significa che i rischi siano trascurabili. Se vincono i No il governo cadrà”.
Nel suo rapporto sui malanni dell’Eurozona, Eurasia pone l’accento anche sulla crisi politica in Spagna, che non sa ancora se andrà alle terze elezioni in nove mesi di tempo a dicembre, e i problemi di bilancio senza fine della Grecia. L’elenco è lungo (si possono citare il caso Deutsche Bank e la crisi di fiducia nel settore privato della Germania), ma Portogallo e Italia sono in cima alla lista delle preoccupazioni.