NEW YORK (WSI) – In attesa di un piano per il rilancio della produttività, l’alternativa più credibile per dare uno scossone all’economia europea è quello di aumentare le ore lavorative. La pensa così da Erik Nielsen, Global Chief Economist di Unicredit Bank, secondo cui nel Vecchio Continente, a differenza di quanto avviene nel sistema economico giapponese, il tallone di achille non è la ridotta produttività.
In un report pubblicato oggi dal quotidiano la Stampa, l’economista invita a fare un confronto Stati Uniti- Giappone – Europa. “Gli europei hanno acquisito una quantità sempre maggiore di tempo libero. Mentre un americano o un giapponese in media risultata lavorare 1750-1800 ore l’anno (come gli italiani, per una volta), un tedesco o un francese è impegnato in media 1400-1475 ore”.
Discorso diverso quando si puntano i riflettori sulla produttività. A parità di ore lavorate, il Giappone produce solo il 65% di quanto prodotto da un americano. Al contrario, gli europei in taluni casi risultano essere efficienti quasi quanto gli americani, visto che la produttività oraria in Germania e in Francia si attesta circa al 99% del livello americano.
In Italia, il dato scende all’84%, mentre il lavoratore del Regno Unito produce in media solo il 77% della produzione statunitense.
Ciò spinge l’economista a giungere alla conclusione che, al momento, “è molto più facile aumentare il numero di ore lavorate che la produttività. Certo, abbiamo bisogno di aumentare la produttività ed è per questo che da mesi invochiamo un piano di investimenti. Nell’attesa bisognerebbe trovare un sistema per lavorare di più. Più ore (dove possibile) e più persone”. (MT)