FRANCOFORTE (WSI) – I prezzi al consumo dell’area euro sono molto bassi e rimarranno sotto i target della Bce anche in un contesto ultra accomodante di misure di stimolo monetario che sono pensate anche per far balzare l’inflazione.
Nel suo ultimo sondaggio, la Bce, che in marzo ha avviato un piano di acquisto di titoli di Stato da 60 miliardi di euro al mese, ha scoperto che gli obiettivi fissati di un livello dell’1,8% entro il 2017 non verranno rispettati. Almeno non secondo le stime degli analisti contattati, che parlano di un livello dell’1,6% per quell’anno.
In giugno i prezzi al consumo erano fermi allo 0,2%. L’obiettivo ideale prestabilito dalle autorità di politica monetarie del blocco a 19 è di poco sotto il 2%.
Anche quest’anno l’inflazione dovrebbe attestarsi allo 0,2% dopo il +0,1% delle previsioni di tre mesi fa. Il tasso per il 2016 (anno in cui dovrebbe concludersi il piano di Quantitative Easing) previsto è dell’1,3%, in progresso dall’1,2% delle stime anteriori.
Dal sondaggio, che fa affidamento sulle opinioni di 54 esperti Ue nel campo, emerge inoltre che il Pil dovrebbe registrare una crescita dell’1,8% l’anno prossimo. La previsione si confronta con l’1,7% precedente.
I fattori principali dietro a un simile andamento positivo sono sempre i soliti: le politiche straordinarie di stimolo monetario e il prezzo del petrolio sempre molto contenuto.
La disoccupazione dovrebbe attestarsi nei prossimi due anni al tasso del 10,5 e 10%.
(DaC)