ROMA (WSI) – Visti gli ultimi dati sull’economia dell’area euro,
gli analisti sono preoccupati del fatto che la ripresa stia perdendo slancio. La Francia in particolare, senza sorprese, è l’indiziato numero uno per un rallentamento.
La lettura pari a 48 punti dell’attività manifatturiera a Parigi – un tempo tra i paesi cicala dell’Eurozona – è particorlamente preoccupant.
Nel loro complesso le imprese di Eurolandia hanno tirato i freni a giugno, con l’attività in rallentamento per il secondo mese consecutivo secondo l’indagine tra i responsabili degli approvvigionamenti. Il Purchasing managers’ index si è attestato a 52,8 punti, rispetto ai 53,5 di maggio, segnando il minimo da sei mesi a questa parte, riporta la società di ricerche Markit Economics.
L’indicatore è rimasto a livelli espansivi, in quanto superiore ai 50 punti, peraltro la media del secondo trimestre resta la migliore da metà 2011. Inoltre Markit rileva un rafforzamento dell’attività nei paesi periferici dell’unione valutaria, ai massimi dall’agosto 2007.
La Germania ha mantenuto tassi di attività “robusti” mentre a subire una pesante battuta d’arresto è stata la Francia. Il paese che molti osservatori da tempo definiscono come “il malato d’Europa” ha visto il relativo indice Pmi aggravare la tendenza recessiva a 48 punti, dai 49,3 di maggio. Questo ha contribuito a zavorrare il dato di tutta Eurolandia a livelli inferiori a quanto prevedevano gli analisti.
Il rallentamento di giugno ha riguardato entrambi i macrosettori monitorati: manifatturiero e sevizi.
L’indice dei nuovi ordini però ha registrato il maggior aumento dal maggio del 2011, grazie ai servizi, fattore che può prefigurare una successiva ripresa di vigore dell’attività.
Secondo Markit le aziende hanno incrementato gli organici per sostenere le capacità produttive visto il continuo aumento delle attività. Il tasso di creazione di posti di lavoro nel manifatturiero e nel terziario resta comunque identico ai modesti valori visti ad aprile ed a maggio.
L’indice “Pmi ha concluso il più forte trimestre degli ultimi tre anni, ma resta la preoccupazione per questo secondo mese consecutivo di contrazione”, ha commentato Chris Williamson, capo economista di Markit. “Si spera che gli ultimi interventi della Bce riescano a stimolare nuovamente la crescita”, cosa che potrebbe già delinearsi dal rafforzamento degli ordini.
“Le preoccupazioni circa una deflazione saranno anche alleviate in un certo senso dai prezzi di vendita che sono lievemente diminuiti, scendendo con il minor scarto in oltre due anni.
Tuttavia questo è il risultato, in parte, dell’aumento del petrolio”. La maggiore preoccupazione “è ancora una volta rappresentata dai risultati divergenti nell’eurozona. Sembra che la Francia sia entrata in un nuovo periodo di recessione”.