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Eurozona, S&P: non promuoveremo paesi periferia malgrado tassi bassi

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ROMA (WSI) – Anche se i tassi di interessi sui titoli di Stato nell’area euro sono ai minimi storici Standard and Poor’s non ipotizza un innalzamento dei rating dei paesi del club dell’euro. Escludendo la Grecia tra il 2011 e il 2012 Irlanda e Portogallo avevano perso l’accesso al mercato mentre paesi come Spagna e Italia dovevano riconoscere interessi del 7%.

Oggi invece quei paesi possono collocare bond decennali sul mercato primario con interessi tra l’1 e il 2%. Molti investitori stanno chiedendo perché un tale contesto favorevole al funding non comporti un aumento dei rating da parte di S&P.

L’agenzia di rating americana spiega che in effetti i rating dei paesi euro sono fermi da tre anni e nel merito i tassi di interesse non sono un elemento fondametale nel giudizio sulla solidità di un paese.

In base alla metodologia che S&P applica per la definizione dei rating i tassi di interesse pagati da un governo sul debito pubblico incidono per appena il 4%. S&P inoltre rileva che “i tassi di interesse possono essere volatili e in generale rappresentano un criterio poco significativo sui fondamentali del credito.

Inoltre i rendimenti molto bassi oggi non sono l’effetto di un rafforzamento della solidità finanziaria ma sono determinati da strumenti non convenzionali di politica monetaria da parte della Bce.