Legnano – Questa mattina siamo arrivati in ufficio prima del solito e ci abbiamo messo più di un’ora per cominciare a scrivere questa newsletter. Durante il tempo che ha preceduto queste righe ci siamo chiesti e abbiamo cercato di ragionare su quale sia il motivo che mantiene la moneta unica sopra quota 1.3700 contro il dollaro americano.
Più infatti analizziamo il quadro macroeconomico, più non comprendiamo come l’euro possa trovarsi in una situazione così chiara di forza contro il biglietto verde.
Addirittura, dopo la comunicazione che ci arriva dalla Grecia che sarà istituito un governo di unità nazionale guidato, probabilmente da Papadimos, ex vice presidente della BCE (che mette d’accordo Paparndreou e Samaras), l’euro ha aperto in gap di oltre mezza figura per poi andare a chiuderlo fermandosi però sui supporti di breve fatti segnare venerdì scorso , testimoniandoci come la voglia di scendere, a quanto pare, sia davvero poca.
Il secondo sorvegliato speciale in questa fiera delle crisi è l’Italia, i cui titoli di stato stanno offrendo dei rendimenti su livelli record (che hanno fatto raggiungere distanze epocali da quelli dei bund tedeschi, facendo arrivare lo spread sopra i 450 punti base): la situazione politica, lo sappiamo, sta mettendo in pericolo anche i mercati finanziari di riferimento per il Paese, con la speculazione pronta a localizzarsi contro di noi.
Anche questo, se ci fermiamo un attimo a pensare, è un fatto importante e che dà da riflettere. La speculazione ed in generale i flussi finanziari di investimento si stanno comportando come se l’euro non fosse rappresentativo della situazione dell’Europa intera, ma soltanto (probabilmente) della Germania.
I mercati azionari ed obbligazionari invece stanno riflettendo in maniera più veritiera quali siano le reali condizioni di fiducia nei confronti dei diversi Stati. Questo è un ulteriore tassello che dobbiamo aggiungere al nostro quadro di valutazione della moneta unica, quadro che mostra un bilancio macroeconomico disastroso e che mina in maniera importante il terreno su cui è costruita l’unione monetaria, ma che dal punto di vista pratico ci mostra un EurUsd su livelli alti.
La moneta unica sta salendo anche contro il franco svizzero, anche se in questo caso si tratta piĂą di discesa del franco che di forza intrinseca della moneta unica. Lo stesso movimento di perdita di valore del franco si sta verificando infatti anche contro il dollaro americano. Sembra infatti che siano circolando dei rumor secondo i quali la Banca Centrale Svizzera sia pronta ad accettare un EurChf tra 1.3000 ed 1.4000.
Il Presidente della SNB Hildebrand ha tra l’altro dichiarato in un’intervista rilasciata settimana scorsa che se il franco non si deprezza ci si potrebbe trovare di fronte a scenari deflazionistici che potrebbero pesare in maniera importante sull’economia reale. Inoltre egli ha dichiarato che la SNB è pronta a intraprendere ulteriori azioni nel caso in cui le prospettive economiche e questo potenziale scenario deflazionistico dovessero richiederlo.
Un’ultima parola sui NFP americani, che hanno mostrato una creazione di posti di lavoro per 80 mila unità , mentre il tasso di disoccupazione è passato da 9.1% a 9.0%, senza tuttavia mostrare reazioni sui mercati, concentrati come sappiamo su altre faccende.
Passiamo ora, come di consueto, all’analisi tecnica.
Il cambio EurUsd, decisamente meno volatile negli ultimi giorni di settimana passata rispetto all’inizio, non fornisce grandi spunti ad eccezione di una flag. Osservando un grafico con un timeframe inferiore al giornaliero (4 ore oppure orario) possiamo, infatti, notare un movimento di lieve salita dei prezzi, compiuto dal minimo di martedì a 1.36, confinato all’interno di due rette parallele: la bandiera che visivamente si viene a creare indica in 1.3715 e in 1.39 i due livelli rispettivamente di supporto e resistenza: mantenendo a mente la teoria, che associa alla flag un significato ribassista e di continuazione del trend primario (sembra poter essere ancora ribassista), possiamo considerare la moneta unica a rischio ribasso sino a che non avverrà una cancellazione della figura, e più, precisamente sino a che 1.39 non sarà definitivamente oltrepassato a rialzo.
Nulla di nuovo di cui parlare sul cambio UsdJpy. Sembra si stia ripetendo la situazione precedente all’intervento delle autorità nipponiche, con una lateralità che ha dell’incredibile se paragonata a quanto accaduto non più tardi di una settimana fa. L’idea di fondo continua a suggerire in 77.80-78 il supporto, mentre a 78.50 si trova la prima resistenza, prima che 79.50 sia raggiunto.
Il cambio EurJpy continua la propria strada a rialzo, seppur anche in questo caso sia stata vista una diminuzione della volatilità . Il supporto dinamico, indicato dalla linea di tendenza positiva che insiste dai primi di ottobre, è dato per oggi a 107: il supporto statico invece continua a rimanere nei pressi di 106.50 dove, ricorderete, abbiamo potuto notare decise inversioni dei prezzi nelle ultime settimane. 108.15 rimane obiettivo di breve di questa tendenza rialzista.
Il cable non fa eccezione al quadro appena descritto di rallentata volatilità e minor scostamento infragiornaliero. La tendenza in questo caso è quanto mai incerta: ciò che possiamo distinguere con precisione sono invece i livelli toccati in più occasioni, come 1.6050 (resistenza) e 1.5950 (supporto).
Il franco svizzero ha perso terreno venerdì, sia contro euro che dollaro.
Il cambio EurChf, grazie a quanto visto sopra, ha potuto guadagnare nuovamente terreno dopo due settimane abbondanti di calo costante. Siamo passati da 1.2135 (molto vicini al supporto chiave che a questo punto non crediamo di aver notato solamente noi) sino a 1.23 in chiusura di giornata. Il livello così raggiunto pensiamo che non sia casuale ma venga confermato da più coincidenze di punti delle passate settimane: possiamo quasi dire che, idealmente, questo livello divide la tendenza in calo dei prezzi da quella in salita, con obiettivi nuovamente superiori a 1.24.
La debolezza del franco ha portato ad una rottura della tendenza ribassista del cambio UsdChf che insisteva da piĂą di un mese. Il primo livello di resistenza si troverĂ oggi a 0.8940, mentre il successivo si trova a 0.9030.
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