Roma – Uffici della Guardia di finanza: è uno dei centri nevralgici della lotta all’evasione fiscale, tra i punti chiave del governo guidato da Mario Monti. Qui i finanzieri ricevono le segnalazioni di evasione, con un servizio telefonico, e negli ultimi due anni il numero è aumentato in modo esponenziale, toccando i massimi in coincidenza con l’insediamento del governo tecnico, come spiega il colonnello Davide Cardia.
“Le chiamate sono passate dalle 6.500 del 2010 alle 7.400 del 2011 alle 8.200 dei primi dieci mesi del 2012: una crescita esponenziale rilevata soprattutto dall’autunno dello scorso anno”.
Una lotta che si giustifica con l’elevato tasso di evasione riscontrata in Italia, ma le risposte sono affidate alla politica internazionale, come spiega Maurizio Franzini, analista politico dell’Università La Sapienza di Roma. “I dati sono abbastanza nascosti, tutte le stime fanno pensare a un livello del 20% del Pil. I grandi evasori sono anche quelli che portano i soldi nei paradisi fiscali, si tratta di lavorare a livello internazionale per eliminare i privilegi che consentono”.
I controlli della Guardia di finanza sono scattati nei luoghi di villeggiatura vip, in agriturismo e bed and breakfast: in occasione del 1 maggio si è scoperto che circa il 30% delle strutture non è in regola. L’obiettivo dichiarato era recuperare 12 miliardi di euro, con la fine del governo Monti la lotta resta aperta: resta da vedere se e come continuerà. (TMNews)