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Evasione: dopo Ubs, inchiesta Usa anche su Credit Suisse

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Zurigo – Gli Stati Uniti hanno aperto un’inchiesta contro la banca svizzera Credit Suisse nel quadro della lotta del governo americano all’evasione fiscale e all’occultamento di fondi all’estero. Lo rende noto oggi lo stesso istituto di credito di Zurigo, che afferma di esserne stato informato ieri dal Dipartimento della giustizia Usa e che si tratta di un’inchiesta nei confronti dell’insieme del sistema bancario elvetico.

Dopo Ubs, un’altra grande istituzione finanziaria svizzera finisce cosi’ nel mirino delle autorita’ statunitensi. ”Credit Suisse intende continuare a cooperare con le autorita’ americane per risolvere la questione”, si legge in una nota del gruppo, che ”ha gia’ iniziato a rispondere alle richieste di informazioni, comprese le citazioni in giudizio”.

Il governo svizzero e’ da tempo in trattative con gli Usa per risolvere il problema di asset non tassati detenuti da cittadini statunitensi in conti bancari svizzeri.

Nell’indagine, quattro banchieri che hanno lavorato a Credit Suisse sono accusati di aver convinto i clienti statunitensi a evadere le tasse attraverso conti bancari segreti. Nell’ottobre 2008, la banca, riporta Bloomberg, aveva ”migliaia” di conti, per un valore di circa 3 miliardi di dollari non dichiarati al Fisco Usa.

La stessa Ubs, la principale banca svizzera per asset detenuti, e’ stata accusata nel febbraio 2009 di aver aiutato i cittadini statunitensi ad evadere le tasse: l’istituto ha evitato il processo pagando 780 milioni di dollari, ammettendo di aver promosso l’evasione fiscale e dando al Fisco i dettagli di oltre 4.500 conti.