Recuperare l’evasione fiscale ovvero differenza tra le imposte dovute e quelle effettivamente versate dando una struttura più efficiente alla rete di banche dati attualmente disponibile all’amministrazione fiscale. Questo l’obiettivo del governo di Mario Draghi nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) inviato nei giorni scorsi a Bruxelles.
Secondo i dati del ministero dell’Economia il gettito sottratto al fisco ogni anni si aggira intorno ai 200 miliardi di euro.
Evasione fiscale: il piano del Governo Draghi
In sostanza il piano del governo Draghi prevede il potenziamento dei controlli sui contribuenti a maggiore rischio di evasione, con strumenti avanzati di data analysis e con l’interoperabilità delle banche dati.
Nel Piano si prevede che entro il 30 giugno del 2022 si chiuderà l’operazione di incrocio delle banche dati, attualmente 116, con le informazioni rese anonime scovando così possibili evasori e permettere così l’avvio dei controlli attraverso le cosiddette “lettere di compliance”.
Già nel 2020 questi alert sono stati 952 mila; l’obiettivo è arrivare stabilmente a circa 1 milione di inviti all’anno, con un maggiore recupero da compliance di almeno il 20%. Ora il fisco digitale può rivelarsi lo strumento essenziale per arrivare a un aumento del 30% delle comunicazioni ai contribuenti per invitarli a rivedere quanto dichiarato e versato.
“L’evasione fiscale – si legge nella versione del Pnrr inviata alla Ue – aggrava il prelievo sui contribuenti onesti, sottrae risorse al bilancio e introduce distorsioni” nell’economia.
Ma non è tutto. Oltre alle lettere di compliance, si prevede anche l’introduzione dal 2023 della precompilata Iva, e il federalismo fiscale, a cui si punta a dare attuazione entro l’inizio del 2026. L’altra novità è il capitolo sulla “Riduzione dei tempi di pagamento” – Per “migliorare ulteriormente” e “realizzare pienamente gli obiettivi di riduzione dei tempi di pagamento” della Pubblica amministrazione”si procederà ad implementare l’attività di monitoraggio già in corso” attraverso appositi indicatori desunti dalla base dati del sistema informativo della Piattaforma per i crediti commerciali (PCC)” gestito dal Mef.