Economia

Evasione fiscale, dove si fa più nero e come limitare i danni

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L’evasione fiscale continua a essere uno dei peggiori mali dell’economia italiana. Il Mezzogiorno rappresenta la zona del Paese più interessata da questa piaga, sebbene la compliance fiscale attuata dal governo pare abbia avviato una fase di riduzione positiva dopo il record negativo registrato nel 2022. Vediamo tutto nell’analisi.

Il record del 2022

Il 2022 è stato un anno record, in negativo. Nonostante le tante sanatorie sulle cartelle esattoriali il magazzino dei crediti fiscali non riscossi continua a salire e, al 31 dicembre 2022, ha toccato il record di 1.153 miliardi, contro i 1.099 miliardi del 2021, i 999 del 2020, i 955 del 2019. I provvedimenti di rottamazione e di saldo e stralcio non hanno quindi fermato la crescita delle tasse, dei contributi e delle multe non pagate che lo Stato non riesce a riscuotere. E che in gran parte non riuscirà a riscuotere, perché in molti casi i crediti sono in capo a soggetti falliti, deceduti, nullatenenti o per i quali le azioni di riscossione, compresi sequestri e pignoramenti, si sono rivelate inefficaci.

Il problema a Sud

Sebbene gli ultimi dati disponibili dell’Istat siano riferiti al 2020, anno fortemente condizionato dall’emergenza pandemica, la percentuale dell’economia non osservata sul valore aggiunto regionale – secondo quanto rileva la CGIA – registrava le soglie più elevate nel Mezzogiorno. Se in Sicilia si attestava al 16,8%, in Puglia al 17%, in Campania al 17,7% e in Calabria che, con il 18,8%, continua a essere la regione più a rischio evasione d’Italia. Le realtà più fedeli al fisco, invece, erano la Provincia Autonoma di Trento con il 9%, la Lombardia con l’8,4% e, la meno interessata da questo triste fenomeno, la Provincia Autonoma di Bolzano con un’incidenza dell’8,2%. La media nazionale si fermava all’11,6%.

L’inversione di marcia

Tuttavia, una luce in fondo al tunnel dell’evasione fiscale, forse, iniziamo a intravederla. L’anno scorso l’erario ha incassato, rispetto al 2021, 68,9 miliardi in più di entrate tributarie e contributive, ha recuperato 20,2 miliardi di evasione e ha “bloccato” 9,5 miliardi di frodi. Questo maggior gettito, pertanto, ammonta complessivamente a 98,6 miliardi di euro. Un importo che ha una dimensione leggermente inferiore alla stima dell’evasione fiscale e contributiva presente in Italia che, secondo le stime, ammonterebbe attorno ai 100 miliardi di euro. Dunque sembra si sia imboccata la strada giusta per una progressiva riduzione del nero. Infatti, una quota preponderante dei 68,9 miliardi incassati in più sono riconducibili al buon andamento dell’economia verificatasi l’anno scorso che include un importo – sicuramente contenuto ma ogni anno in costante aumento – ascrivibile agli effetti delle misure fiscali.