Il Governo Draghi spinge l’acceleratore sulla lotta all’evasione fiscale. Obiettivo: raccogliere 12 miliardi entro il 2024, riducendo così il tax gap, ossia la differenza fra quanto dovrebbe entrare nelle casse dello stato e quanto effettivamente viene pagato dai contribuenti, che alimenta il sommerso.
Il differenziale fiscale dovrà essere ridotto progressivamente secondo un piano preciso: entro il 2023 è previsto il recupero di almeno 4 miliardi, con una riduzione del tax gap del 5% rispetto al 2019, mentre nel 2024 si dovrà arrivare a 12,6 miliardi, con una riduzione del 15% del tax gap.
Gli strumenti per raggiungere questo obiettivo sono essenzialmente due: da una parte il potenziamento della compliance ovvero dell’adempimento spontaneo del contribuente invitato a chiarire eventuali posizioni incongruenti tra quanto dichiarato e quanto effettivamente versato al fisco.
La seconda linea d’azione è il completamento del processo di pseudonimizzazione (la non identificazione del soggetto durante le analisi dei big data, ndr) per potenziare le analisi di rischio nella selezione dei soggetti da sottoporre a controllo.
Evasione fiscale, potenziare la compliance
Per quanto riguarda la compliance è previsto che, entro il 2022, vi sia un aumento del 20% del numero di lettere inviate ai contribuenti e del 15% il gettito rispetto al 2019, che equivale a 2,6 milioni di lettere inviate in più e 2,5 miliardi di gettito recuperato. E’ previsto anche un miglioramento qualitativo, che punta ad un calo del 5% il numero dei falsi positivi.
Obiettivo ultimo è arrivare, al 2024, ad un aumento del 40% delle lettere (3 milioni in più) e del 30% di gettito (2,8 miliardi).
Digitalizzazione
Il secondo strumento di contrasto all’evasione fiscale è la digitalizzazione, attraverso la pseudoanonimizzazione dei dati e l’utilizzo dei big data. L’obiettivo è quello di costruire modelli di rischio evasione attraverso dati preventivamente anonimizzati per arrivare all’elaborazione di appositi indici di rischio evasione che guideranno i controlli.
Evasione: nel 2018 è stata pari al 6% del PIL
Nel 2018 l’evasione fiscale in Italia è stata di quasi 110 miliardi di euro, 109,8 miliardi per la precisione. È la stima, in attesa della riforma fiscale, dell’ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo cui il mancato introito vale oltre 6 punti di Pil. “In altre parole, per ogni 100 euro di gettito versato all’erario da cittadini e imprese, 15 sono rimasti nei portafogli degli evasori”, ha spiegato l’associazione.