Nuovi dettagli emergono sulla nuova stretta agli evasori fiscali pronta a partire nelle prossime settimane. Il decreto del MEF, attualmente al vaglio del Garante della Privacy per il via libero definitivo, una volta entrato in vigore consentirà alla Guardia di Finanza di accedere ai dati finanziari dei contribuenti. Lo anticipa un articolo pubblicato su Italia Oggi.
“La banca dati delle Entrate – scrive Cristina Bartelli – con le informazioni sui saldi dei conti correnti, dei conti depositi, cassette di sicurezze e via dicendo potrà essere consultato ai fini della lotta all’evasione attraverso il nuovo algoritmo. Inoltre i nuovi controlli con l’algoritmo conterranno la specifica sul rischio fiscale identificato e applicato”.
Nel decreto – si precisa ancora- la Guardia di finanza e l’Agenzia tratteranno esclusivamente i dati personali indispensabili e in modo strettamente necessario a raggiungere la finalità di contrasto all’evasione, adottando tutte le misure necessarie per escludere i dati personali inesatti o non aggiornati. Saranno inoltre utilizzati modelli in grado di limitare i rischi di ingerenze nei confronti dei contribuenti che non presentano un rischio fiscale significativo.
Evasione fiscale: gli impegni presi dal Governo con Bruxelles
Quello della riduzione dell’evasione fiscale resta uno degli obiettivi principali previsti dal Recovery plan. Nelle tabelle del Pnrr il governo Draghi si impegna con la Commissione Ue a far calare del 15%, entro la fine del 2026 e rispetto ai dati del 2019, la “propensione a evadere”. Ovvero la differenza tra il gettito che l’erario incasserebbe in un mondo di contribuenti onesti e quello effettivo. Escludendo i contributi, la cifra è sopra gli 80 miliardi l’anno dal 2001.
La ricetta è quella di cui si parla da anni: utilizzare tutte le banche dati a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per individuare i contribuenti che possiedono o spendono troppo rispetto a quanto dichiarano. L’ostacolo fino ad oggi è stata la tutela della privacy. Per rispettare gli impegni con Bruxelles, il governo italiano deve completare entro fine giugno la “pseudonimizzazione” dei dati dei contribuenti: si tratta di far sì che l’interessato non sia direttamente identificabile.
Secondo gli ultimi dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, nel 2019 l’evasione fiscale in Italia è stata pari a 99,2 miliardi di euro, una riduzione del 3% rispetto al 2018 e per la prima volta sotto quota 100 miliardi. E i controlli mediante algoritmo, secondo il Tesoro, daranno modo di recuperare ancora più gettito.