Economia

Evasione: nuovi strumenti di lotta da Ocse ed Ecofin

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L’utilizzo di conti, prodotti o investimenti che sono stati ideati appositamente per sfuggire allo scambio di informazioni o l’impiego di scatole vuote societarie che effettuano transazioni circolari tra loro stesse fino all’acquisto di società in perdita chiamate in gergo bare fiscali. Sono questi alcuni degli indicatori in presenza dei quali scatta l’obbligo di segnalazione stabiliti dal Consiglio Ecofin lo scorso 13 marzo 2018.

L’Ecofin ha infatti approvato una proposta di direttiva che definisce una serie di indicatori in presenza dei quali si palesa un rischio di evasione. Entro 30 giorni dal rilevamento di uno di questi rilevatori (in un contratto, in investimento finanziario o una riorganizzazione societaria), scatterà l’obbligo di disclosure, ossia di segnalare al fisco domestico la pratica.

Nuove regole di trasparenza in nome della lotta all’evasione fiscale che pesano come una spada di Damocle in capo ai professionisti visto che il Consiglio composto dai ministri dell’economia e delle finanze di tutti gli Stati membri ha chiesto che gli stessi stati, nel recepire i contenuti della direttiva, sanzionino in modo adeguato i professionisti e le istituzioni finanziarie che non si adeguano. Le nuove norme entreranno in vigore nel 2020 ma dovranno essere recepite dagli stati europei entro il 2019.

Giorni prima dell’approvazione di questa direttiva da parte dell’Ecofin anche l’Ocse è intervenuto pubblicando i modelli per la trasmissione obbligatoria alle autorità tributarie delle informazioni relative ad accordi o strutture idonei a occultare l’identità effettiva del titolare di veicoli societari, entità giuridiche o trust. Come scrive Italiaoggi, sono tenuti a rispettare queste indicazioni tutti i soggetti residenti nei circa 100 paesi (tra i quali anche l’’talia) che hanno già sottoscritto gli accordi Beps (base erosion and profit shifting). Un altro centinaio di paesi si aggiungerà nel giro di pochi mesi.

Ma in cosa consistono questi nuovi obblighi? Avvocati, commercialisti e istituzioni finanziarie dovranno identificare i propri clienti e  comunicare alle autorità fiscali del proprio paese eventuali situazioni sospette. Se il professionista è coperto dal segreto professionale, l’obbligo di disclosure, cioè di segnalazione, ricade sull’utente finale, cioè sul proprietario del bene o dell’azienda.

“Il messaggio non poteva essere più chiaro. E’ come se, chi avesse seppellito il classico forziere pieno di dobloni, fosse tenuto a pubblicare la mappa del tesoro sul Corriere della sera…”.