Nuovo sell-off per i titoli di Evergrande per i timori di un default della società. Il colosso immobiliare cinese, indebitato per oltre 305 miliardi di dollari, è finito nuovamente al centro delle vendite alla Borsa di Hong Kong (-11,61% a 2,36 dollari di Hk), per il mancato pagamento degli interessi da 83,5 milioni sui coupon in scadenza ieri, 23 settembre, su un bond offshore da 84 milioni di dollari.
Evergrande, quando scatta il default
Tecnicamente il default viene dichiarato trascorsi 30 giorni dal mancato pagamento, ma alle autorità locali è stato chiesto di prepararsi comunque al peggio. Pechino non verrà in soccorso del gigante immobiliare indebitato per 300 miliardi di dollari, ma la Banca centrale è intervenuta anche oggi per stabilizzare il sistema iniettando nel sistema altri 70 miliardi di dollari.
Nel frattempo le banche europee stanno cercando di rassicurare gli investitori sul fatto che la loro esposizione è limitata. Parole rassicuranti anche dalla Bce.
“Stiamo monitorando la crisi del debito di Evergrande ma in Europa e nell’area dell’euro in particolare, l’esposizione diretta sarebbe limitata”, ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde in un’intervista alla Cnbc. “Oggi ho avuto un briefing perché penso che tutti i mercati finanziari siano interconnessi. Ho ricordi molto vividi degli ultimi sviluppi del mercato azionario in Cina che hanno avuto un impatto in tutto il mondo – ha spiegato Lagarde – Ma in Europa e nell’area dell’euro in particolare, l’esposizione diretta sarebbe limitata”.
“La situazione di Evergrande è chiaramente lontana dall’essere risolta, ma gli investitori sono molto più a loro agio rispetto a prima. L’accordo raggiunto mercoledì con gli obbligazionisti onshore che avevano dovuto pagare gli interessi, combinato con l’iniezione di liquidità della PBOC, ha tolto un po’ di pressione” ha detto Craig Erlam, analista di mercato senior, Regno Unito e EMEA, OANDA “Forse è meglio ignorare il fatto che nessun accordo simile è stato raggiunto con i detentori offshore, anch’essi in scadenza. Naturalmente, la società ha 30 giorni per saldare questi pagamenti prima di essere inadempiente”.
Pechina: “prepararsi a possibile tempesta”
Intanto secondo riporta quotidiano Wall Street Journal, Pechino sarebbe riluttante a salvare il colosso immobiliare e avrebbe chiesto ai funzionari in tutto il Paese di “prepararsi a una possibile tempesta”, come conseguenza del collasso di Evergrande.
Intanto Bloomberg fa sapere i regolatori finanziari cinesi hanno emesso una serie di istruzioni precise sul caso Evergrande, suggerendo al gruppo di concentrarsi sulla conclusione dei lavori delle proprietà incompiute e sui rimborsi ai singoli investitori, così da evitare l’insolvenza a breve termine sulle obbligazioni in dollari americani.
La crisi di liquidità di Evergrande, che ha scosso i mercati questa settimana, è dovuta all’imponenza della società e del settore in cui opera: l’immobiliare pesa circa il 30% sul Pil cinese e una crisi in questo settore potrebbe colpire la fiducia degli investitori anche fuori dai confini del Paese. Il modello di crescita basato sulla costruzione edilizia spinta dal debito ha drasticamente aumentato l’esposizione dell’economia cinese al traino dell’immobiliare.