Evergrande: nuova Lehman Brother cinese? Il colosso del real estate a un passo dal default
C’è chi già evoca lo spettro di Lehman Brothers, che annunciò ufficialmente il proprio fallimento il 15 settembre di 13 anni fa. In effetti, gli ingredienti di una maxi bancarotta ci sono tutti. Questa volta però il mercato non è quello americano, ma quello cinese. È qui che Evergrande, il secondo maggiore gruppo immobiliare in Cina, con un carico di debiti per 305 miliardi di dollari, sta lottando per la sua sopravvivenza.
I rischi di default appaiono ora più che mai realistici, dopo che il gruppo ha comunicato che non sarà in grado di pagare gli interessi sui prestiti la prossima settimana, come inizialmente indicato. E le autorità hanno iniziato a discutere di una possibile ristrutturazione del debito.
A fine giugno Evergrande aveva accumulato 240 miliardi di yuan (37,28 miliardi di dollari) di debito in scadenza entro un anno, di gran lunga superiore alle disponibilità liquide di 86,8 miliardi di yuan (13,48 miliardi di dollari).
Il problema vero è che non c’è cassa per onorare almeno una piccola parte del debito e non riesce a trovare nuovi finanziamenti, né a pagare i fornitori, né per completare progetti.
Il colosso cinese le ha provate tutte, persino vendere appartamenti sotto-prezzo o cedere il quartier generale di Hong Kong. Ma finora senza successo.
Tanto che ora deve pescare nelle risorse personali, 3 milioni di dollari del patrimonio della moglie del fondatore, per tenere a bada la protesta dei creditori, che assedia il quartier generale a GuangZhou.
Default Evergrande: paura per effetti a catena
A preoccupare gli analisti sono gli effetti a cascata sull’intero comparto immobiliare cinese. A questo proposito Goldman Sachs spiega:
“Riteniamo che ulteriori interruzioni delle operazioni di sviluppo immobiliare della società possano essere molto negative per il sentiment tra gli acquirenti e gli investitori di proprietà nazionali e potenzialmente propagarsi al settore immobiliare in generale”, hanno scritto gli analisti della banca d’affari statunitense.
Secondo Fitch Ratings, gli effetti negativi a cascata si avrebbero anche in altri settori, affermando che 572 miliardi di yuan (circa 89 miliardi di dollari) dei prestiti di Evergrande sono detenuti da banche e altri istituti finanziari, ma le banche potrebbero anche avere un’esposizione indiretta verso i fornitori della società, a cui sono dovuti 667 miliardi di yuan per beni e servizi (circa 104 miliardi di dollari).
Il crollo di azioni e bond
Sul fronte dei mercati. Gli effetti della crisi non sono tardati a manifestarsi. Le azioni di Evergrande in 14 mesi hanno perso il 90% del valore, mentre le obbligazioni in dollari vengono scambiate al 60-70% sotto la parità. Ora, il rischio è che un default del gruppo, possa trascinare ancora più in basso la Borsa cinese, che è tra peggiori da inizio anno.