La Gran Bretagna potrebbe essere stata interessata ad avvelenare l’ex spia russa Sergei Skripal, vittima di un agente nervino mentre si trovava a Salisbury, nel sud dell’Inghilterra lo scorso 4 marzo. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in una conferenza stampa. Lavrov ha detto anche che il crescere della tensione con l’Occidente non è imputabile alla Russia e che i Paesi occidentali stanno conducendo un “gioco da bambini”.
Ai tempi della Guerra fredda esistevano delle regole, ha detto anche Sergei Lavrov, “ma ora i nostri partner occidentali, in primis Stati Uniti e Regno Unito, stanno ricorrendo apertamente a menzogne e disinformazione”. Secondo Lavrov, l’avvelenamento avrebbe avuto la funzione di distogliere l’attenzione dai problemi intorno alla Brexit e avrebbe potuto essere vantaggioso anche per i servizi segreti britannici, noti per la loro capacità di agire con licenza di uccidere.
La Russia invece non aveva alcun motivo per l’avvelenamento, dice Lavrov, alla vigilia delle elezioni presidenziali e a pochi mesi dalla Coppa del Mondo organizzata in Russia. Nei giorni successivi alla vicenda Skripal, è cominciata una crisi diplomatica fra Londra e Mosca. La premier britannica Theresa May ha accusato il Cremlino di essere il responsabile della sorte di Skripal. La Russia non ha fornito le spiegazioni richieste dal Regno Unito ed è scattata così la ritorsione della Gran Bretagna, con l’espulsione di 23 diplomatici russi.
Una misura che gli Stati Uniti e altri Paesi europei, fra cui l’Italia, hanno imitato. La Russia ha risposto con l’espulsione simmetrica di diplomatici occidentali. Intanto, Skripal e sua figlia Iulia si trovano ancora ricoverati, anche se da venerdì le condizioni della donna risultano in miglioramento. Skripal era stato condannato dalla Russia per tradimento prima di essere oggetto di uno scambio di prigionieri nel 2010.