ROMA (WSI) – Mentre la Bce lancia l’allarme sulla crescita del debito pubblico nelle economie avanzate e sugli effetti negativi che ciò potrebbe avere sulla crescita a lungo termine, l’economista Marc Faber, esperto di economia accende la spia rossa sulla Cina, convinto che sia lì che scoppierà la prossima bolla del credito. “Anche se il governo cinese ha annunciato di essere in grado di garantire una crescita lunga al Paese, questo è vero solo in parte”, segnala Faber in un’intervista alla Cnbc.
Quello che farà la differenza a suo avviso sarà la capacità della nuova classe politica guidata da Xi Jinping, 59 anni, eletto oggi presidente della Repubblica popolare dopo essere stato nominato segretario del Partito Comunista, a perseguire la strada stretta delle riforme. “La bolla che si sta creando sul mercato del credito potrebbe essere un problema enorme perché in Cina hanno tanto credito sommerso e prestiti discutibili”.
Una situazione esplosiva che non è sfuggita all’occhio clinico delle agenzie di rating che hanno recentemente denunciato il rapido aumento delle attività bancarie extra bilancio bollandole come una minaccia per la stabilità finanziaria della Cina, come riferito dal Financial Times.
Ma non solo. Faber ricorda anche l’avvertimento della Banca Mondiale quando a dicembre ha segnalato che la Cina deve affrontare il rischio inflazione a causa delle politiche di allentamento monetario promosso da diverse Banche centrali occidentali.
Tanti tasselli che portano l’esperto americano a ritenere che l’economia in Cina rallenterà così tanto da cadere in una recessione. “Il punto interrogativo riguarda il futuro – conclude – . Credo che il Paese continuerà a crescere, ma ci saranno ostacoli da superare lungo questa strada e tanti nodi politici da sciogliere”.