NEW YORK (WSI) – Tutta l’intellighenzia mondiale sembra essere duramente contraria a Donald Trump. Tuttavia esiste sempre un’eccezione: il noto investitore svizzero, Marc Faber, ha dichiarato a Bloomberg Markets che voterebbe per Trump, date le alternative disponibili. L’autore del Gloom Boom & Doom report ha così argomentato la sua posizione in merito alle promesse di protezionismo di Trump:
Sono d’accordo che sia negativo avere limitazioni a un mercato libero. Su questo sono pienamente d’accordo. Ma si deve guardare equamente ciò che gli Stati Uniti hanno dato in molte cose che beneficiano altri paesi. Se si osserva, diciamo, la crescita dal 2000 a oggi quali sono i paesi che hanno fatto meglio in termini relativi? I mercati emergenti hanno avuto risultati fantastici. Il loro Pil è salito in modo sostanziale. Gli standard di vita sono cresciuti in modo sostanziale. Hanno accumulato grandi riserve valutarie. Gli Stati Uniti, l’Europa e il Giappone, parlando in termini relativi sono in stati in fase di declino, è ciò è visibile dalle statistiche della produzione industriale nei mercati emergenti, che è raddoppiata negli ultimi 12 anni. […] Penso che forse dovremmo trovare un modo per avere un approccio più bilanciato al commercio globale. Non sto dicendo protezionismo, ma dico un approccio che sia leale con il mondo sviluppato.
E Trump sarebbe di aiuto per intraprendere questa strada?
Date le alternative, voterei per Trump, perché può solo distruggere l’economia americana, ma Hillary Clinton distruggerà il mondo intero. Si guardi al processo di nation building nel Medio Oriente, e quanto “successo” abbia ottenuto.
Marc Faber, inoltre, ha criticato con decisione le rassicurazioni del Fondo monetario internazionale sull’efficacia dei tassi negativi.
Dicono sempre che se non avessimo fatto questo o quest’altro sarebbe stato molto peggio. Non hanno prove per affermarlo. Nella mia prospettiva sarebbe stato meglio lasciare che la crisi, già la prima, quella del 2000, facesse il suo corso e prevenire la colossale bolla del credito che è stata costruita dopo è che ha portato a una crisi ancora peggiore [quella del 2008 ndr.]. Ora stanno facendo lo stesso errore.