New York – Marc Faber e’ famoso per le sue critiche vis-à -vis alla solidita’ degli investimenti nei titoli di stato americano. All’inizio del 2011 ha persino dichiarato che il debito in dollari e’ un “investimento suicida”.
Nelle sue ultime dichiarazioni pubbliche, l’imprenditore, soprannominato Dottor Catastrofe, ha dimostrato di non essere un fan nemmeno del debito europeo.
“Gli eurocrati e i media stanno facendo il lavaggio del cervello a tutti ripetendo all’infinito, fino allo sfinimento, che l’uscita dalla Grecia dall’area euro sarebbe un disastro”, ha detto Faber ai microfoni dell’emittente Bloomberg.
In realta’ secondo l’autore del “Gloom Boom & Doom Report” le cose stanno diversamente. Un evento di questo tipo risolverebbe il problema del debito, anziche’ complicarlo.
“Dovete spiegarmi perche’ provochera’ una catastrofe economica – si chiede l’imprenditore svizzero – alla gente e’ stato fatto il lavaggio del cervello. Il ritorno della Grecia alla dracma sarebbe la soluzione”, ha detto l’investitore in diretta tv.
Altro che austerita’, Faber e’ convinto che la cosa migliore sarebbe se tutti i paesi membri avessero la loro divisa. Cosi’ com’e’ strutturata, l’Eurozona non puo’ continuare.
“Le spese dell’Unione Europea sono cresciute da quando gli eurocrati sono saliti al comando. La mancanza di disciplina fiscale e’ il vero problema e la prima nazione a rompere l’accordo fiscale fu proprio la Germania”.
Se proprio dovesse esporsi all’Europa, Faber aprirebbe “posizioni speculative in Italia, Spagna, Francia e Grecia”, perche’ “un rimbalzo arrivera’”.
Il mercato azionario Usa sta attraversando una fase di correzione minore. La situazione potrebbe peggiorare a seconda del detoriamento della crisi del debito in Europa e del mercato del lavoro interno.
L’investitore vede inoltre un calo del 20% per i mercati azionari dei paesi in via di sviluppo: “La Grecia e’ irrilevante, se confrontata con il rallentamento preoccupante che Cina e India stanno accusando. Si tratta 2 miliardi e mezzo di persone coinvolte”.
Faber ha chiosato con una nota negativa: gli Usa vivranno un crash del mercato azionario simile a quello del 1987.