NEW YORK (WSI) – Il trend in discesa dei prezzi delle materie prime ha i giorni contati. Ne e’ convinto il finanziere svizzero, Marc Faber, che, in un’intervista alla Cnbc ha indicato le due principali ragioni che, a suo avviso, determineranno un aumento delle quotazioni delle commodity.
In particolare, Faber punta il dito sulla domanda delle infrastrutture in Asia definita “enorme”. “Si pensi slo a Giacarta, Manila, dove lo stato delle strade, ma anche delle ferrovie e aeroporti e’ catastrofico”, ha detto, aggiungendo che massicci investimenti in tale settore appaiono fondamentali per incentivare il turismo. Ma non solo.
Per Faber, una spinta al rialzo dei prezzi arriverà dall’atteso aumento della spesa pubblica dei mercati industrializzati. “Nel mondo occidentale, l’idea prevalente tra gli economisti keinesiani e’ che la politica monetaria da sola non possa portare l’economia globale fuori dalla sua modalità di crescita lenta” ha spiegato, sottolineando che si pone la necessita’ sempre piu’ pressante di ricorrere alla costruzione di infrastrutture e, quindi, all’aumento del deficit di bilancio dei governi.
Questa combinazione di fattori, secondo Faber, spingera’ in alto i prezzi del petrolio, che torneranno presto verso quota 70 dollari al barile.
Un valore, dunque, una spanna piu’ in alto rispetto ai 50 dollari intorno al quale si muove oggi l’oro nero. Il greggio Wti viene scambiato così a 50,41 dollari con un calo di 44 centesimi mentre il Brent perde lo 0,8% a 51,37 dollari al barile.
Fonte: Cnbc