Economia

Fabi, il futuro della banca più antica del Mondo è il terzo polo

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Costruire il terzo polo bancario italiano potrebbe essere la soluzione per il futuro della banca più antica del Mondo, parliamo ovviamente di Banca MPS, a cui è stato dedicato uno dei panel di questa prima giornata del 22° Congresso nazionale della Fabi, in corso di svolgimento a Roma, all’Ergife Palace Hotel, da oggi 12 giugno a venerdì 16. “Our destiny in our hands”, ossia “Il nostro destino nelle nostre mani”, è il titolo del congresso nel corso del quale, tra altro, sarà celebrato il 75° anniversario della Fabi, fondata a Milano nel 1948. Vediamo tutto nell’analisi.

Il futuro di MPS

Secondo il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, che ha parlato dal palco del congresso del sindacato autonomo dei bancari che presiede, bisognerebbe arrivare a creare un terzo polo con il supporto del governo Meloni. “Sarebbe assurdo arrivare al giugno del 2024 con il Governo che non ha una soluzione in mano”, chiedendo con toni decisi che su questo fronte non si indugi ulteriormente e si agisca in modo veloce.

Il valore del brand

Sulla stessa linea di Sileoni anche Luigi Lovaglio, AD di Banca MPS. “Il terzo polo non serve per salvare il Monte dei Paschi. Non ne abbiamo bisogno, noi ci stiamo in logica aggregativa. Credo infatti che un’operazione di aggregazione farà bene a tutti. Siamo una banca con un presidio forte sul territorio, uscita da un percorso virtuoso con la più forte capitalizzazione dopo UniCredit, livelli di efficienza sui livelli delle altre e stiamo lavorando per portare una redditività ‘a doppia cifra’ a fine anno. Inoltre il valore della banca sta nel suo brand, e anche nel suo valore storico”.

L’italianità del risparmio

L’importanza dell’aggregazione è utile anche a tutelare l’italianità del risparmio. “Se io penso al sistema Italia è inevitabile ragionare in una logica aggregativa, in cui devi mettere a fattore comune delle funzioni (compliance, funzioni di controllo e così via). Quindi bisogna andare in questa direzione, andando verso un’uscita ordinata dello Stato, evitando l’ingresso di banche straniere. Perché questo tutela gli interessi di imprese, famiglie e italianità del risparmio”.