ROMA (WSI) – Ormai è una costante. Facebook copia Twitter (e qualche volta accade anche il contrario) e annuncia le sue novità come se avesse scoperto l’acqua calda. L’ultima mossa di Menlo Park, dopo l’introduzione dell’hashtag (il cancelletto che rende riconoscibili le conversazioni), è un box che racchiude i trending topics.
Che, tradotto, significa: sulla nostra pagina Facebook verranno indicati gli argomenti di cui stanno discutendo gli utenti. Esattamente come avviene su Twitter. O, meglio, una differenza c’è. Facebook selezionerà i topics non sulla base della popolarità. Ma sulla base dei nostri interessi (quindi in base alle informazioni che noi diamo al social network).
A darne notizia è proprio Facebook con comunicato ufficiale. E se da alcuni viene sottolineata la differenza di scelte con l’uccellino di San Francisco (“l’algoritmo che calcola i trending topics di Zuckerberg è più complesso perché basato sull’interesse e non sui numeri”. O, ancora, “Twitter non tiene conto delle preferenze dell’utente”), viene da pensare che davvero i social network siano in crisi. E chi li gestisce sia sempre più a corto di idee.
Certo, una delle regole base del marketing è «Se non sai cosa inventare, copia», però la faccenda sta diventando seria. Anche perché si parla di posti di lavoro.
Se infatti Zuckerberg da mesi segue Dorsey passo passo, preoccupato per gli investimenti pubblicitari, la Silicon Valley guarda avanti al web delle cose e alla domotica. Settori in cui né Fb né Twitter possono competere. Ma non solo. Le acquisizioni miliardarie (si pensi a Instagram comprato da Menlo Park per due miliardi di dollari voluta proprio per contrastare Twitter e Vine), rischiano di dissanguare la società.
Tanto che Mark ha quasi supplicato il Ceo di Snapchat di vendergli la sua creatura, con questo che gioca al rialzo e non gli molla l’osso. Il problema però è che le mode in rete sono molto volatili.
Ieri gli adolescenti amavano Facebook, oggi adorano Snapchat, domani chissà. Difficile dunque capire cosa comprare. E a quanto.
E lo stesso discorso vale per Twitter. Se Dorsey non trova il mondo di monetizzare e incrementare gli investimenti non riuscirà a far fronte alla crescita degli utenti. Ora sta puntando sulla televisione. Ma non è detto che la strada sia quella giusta.
Che la bolla stia per scoppiare un’altra volta?
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