Giornata da dimenticare per Facebook, che perde oltre il 7% in Borsa dopo lo scandalo legato ai dati di 51 milioni di elettori statunitensi iscritti al social network utilizzati dalla società Cambrige Analytica. La violazione della privacy è stata rivelata da un’inchiesta giornalistica del Guardian e del New York Times ed è avvenuta quando Cambridge Analytica era al servizio della campagna di Donald Trump per la Casa Bianca. I dati sarebbero stati usati per influenzare la campagna elettorale in vista del voto.
Il passaggio dei dati sarebbe avvenuto tramite una applicazione chiamata “thisisyourdigitallife”, presentata agli utenti Facebook come uno strumento per ricerche psicologiche a scopo accademico. La app era simile a un test che prometteva di rivelare alcuni lati della personalità ed è stata caricata da oltre 270 mila persone: avrebbe permesso di accedere ai loro dati e a quelli di “amici” e “contatti” di Facebook.
Niente di illegale fino a questo punto, se non che, Cambridge Analytica aveva la possibilità di fare una profilazione dei potenziali elettori per suoi clienti, per permettere l’invio di messaggi pubblicitari che calzavano alla perfezione alla personalità di chi li riceve. E fra i clienti della società, in una trama che sembra degna della fiction Usa House of Cards, c’era anche la squadra elettorale di Donald Trump.
Da specificare che Cambridge Analytica, fondata nel 2013 dal miliardario Robert Mercer, è vicina all’ex stratega di Trump Steve Bannon e secondo alcuni anche alla Russia. Il fondatore del social network Mark Zuckerberg non è ancora intervenuto sullo scandalo ma in molti si aspettano una sua dichiarazione. In passato, di fronte ad altre violazioni della legge che hanno coinvolto Facebook, Zuckerberg è rimasto in disparte, esprimendo i suoi commenti tramite l’account Facebook ma senza parlare con la stampa.