Dopo Google, Microsoft, Apple e Amazon, anche Facebook viene scoperta ad affidare il contenuto dei messaggi scambiati dai suoi utenti a società in appalto specializzate nella revisione dei contenuti. Dal 2015 a oggi, secondo quanto ricostruito dall‘agenzia stampa Bloomberg, avrebbe assoldato centinaia di dipendenti da società terze per trascrivere il contenuto dei messaggi vocali degli utenti.
Il social network ha confermato il fatto, spiegando che si tratta di dati anonimizzati provenienti dalla funzione di dettatura dei messaggi scambiati sull’app di messaggistica Messenger e che gli impiegati avevano il compito di controllare che l’intelligenza artificiale li avesse trascritti correttamente. Ad ogni modo, l’azienda precisa che “proprio come Apple e Google, abbiamo sospeso la revisione umana degli audio più di una settimana fa”.
Un’altra grana dunque per la piattaforma creata da Mark Zuckerberg che, di recente, ha patteggiato con le autorità federali statunitensi il pagamento di una multa di 5 miliardi di dollari per l’uso improprio dei dati e delle informazioni personali degli utenti emerso con lo scandalo Cambridge Analytica. Tuttavia si tratta di misure di poco impatto per un’azienda che nel solo 2018, nonostante i continui scandali, ha fatturato oltre 55 miliardi di dollari.
L’inchiesta di Bloomberg arriva in seguito a numerosi episodi simili, nei quali altre società hanno permesso a propri dipendenti e a operatori terzi di accedere ai dati degli utenti. Google, Apple, Microsoft e Amazon hanno infatti ammesso di sottoporre alcune informazioni a un controllo umano, il cui obiettivo ufficiale sarebbe quello di misurare la differenza tra i risultati raggiunti e attesi dal lavoro delle intelligenze artificiali.