Il confondatore e amministratore delegato di Facebook Mark Zuckerberg è atteso martedì davanti al Congresso degli Usa per testimoniare sullo scandalo dei dati degli utenti del social network utilizzati dalla società Cambridge Analytica, sulle fake news e sulle presunte ingerenze della Russia nella campagna elettorale Usa per le elezioni presidenziali del 2016.
La diretta dal Congresso partirà alle 20.15 italiane, le 14.15 ora locale, e sarà disponibile sul sito del Commissione del Senato Usa oppure su questo altro collegamento. Il Financial Times ha preparato una preview dell’evento, con un elenco delle sei domande davanti a cui Zuckerberg si troverà di fronte e che con probabilità non piaceranno al fondatore di Facebook.
La prima riguarda la possibilità che il Congresso guardi all’interno dei sistemi pubblicitari di Facebook. Se al Congresso fosse concesso l’accesso ai sistemi di Facebook, potrebbe essere in grado di avere un quadro più dettagliato delle influenze della Russia, oltre a saperne di più su chi è stato il target di Cambridge Analytica.
“Perché non hai segnalato la fuga di dati prima?” è la seconda domanda scomoda per Zuckerberg. Facebook ha realizzato che Cambridge Analytica aveva, nelle sue parole, “dati impropriamente ottenuti” nel 2015 ma non ha fatto niente per cambiare la situazione. “Perché non puoi dirci dove sono finiti i dati?”, chiederanno inoltre dal Congresso. Una domanda legittima visto che il social network ha comunicato di non sapere se Cambridge Analytica abbia ancora i dati degli utenti (fino a 87 milioni di utenti), né esattamente quanti utenti sono stati colpiti e se i dati siano stati utilizzati nella campagna elettorale dell’attuale presidente Donald Trump, elemento negato da Cambridge Analytica.
“Perché non dovremmo regolamentare l’attività di Facebook?” è la quarta domanda che i legislatori potranno porre a Zuckerberg secondo il Financial Times. Oltre al rischio di essere abbandonato dagli utenti, la più grande minaccia che Facebook deve affrontare è la legislazione del Congresso. I membri del Congresso potrebbero domandare al fondatore del social network anche quanti profitti sarebbe disposto a sacrificare per risolvere questo problema, considerato che l’azienda non si è mai impegnata a ridurre la quantità di dati raccolti per aiutare gli inserzionisti.
Infine, la sesta domanda potrebbe essere “Sei tu il problema?”: una domanda crudele, ma che molti commentatori di mercato e analisti si sono fatti. Mark Zuckerberg merita di restare ancora al suo posto dopo lo scandalo di Cambridge Analytica? Il datagate ha suscitato interrogativi sul fatto che il manager sia la persona giusta per guidare Facebook e ha fatto avanzare anche l’ipotesi delle dimissioni.