Circa un anno fa General Electric era già in una condizione di forte difficoltà nel pagamento dei contributi previdenziali per i suoi dipendenti; ora il buco è passato da 31 a 29 miliardi. Ma la crisi della società si è aggravata: da inizio anno le azioni hanno perso oltre il 54% del valore.
Cosa succederebbe alle loro pensioni se GE dichiarasse la bancarotta, si domanda su Forbes Ken Kam (gestore di portafoglio presso Marketocracy), “nessuno sta dicendo che un fallimento è imminente, ma con pochi segnali di inversione di tendenza in GE, è tempo di considerare lo scenario peggiore. Il piano pensionistico di General Electric è assicurato da un’agenzia governativa denominata Pension Benefits Guarantee Corporation (PBGC) (…) Nel peggiore dei casi, la PBGC assumerà gli obblighi pensionistici di GE”. Più o meno.
Infatti sono previsti dei tetti massimi sull’assegno, che potrebbero penalizzare i lavoratori che avevano versato più contributi. In più, verrebbero a mancare i benefit sanitari. (La tabella in basso mostra la pensione annua per età di pensionamento).
Kam, però, fornisce un ulteriore avvertimento. Visto che un buco da 29 miliardi di dollari non è certo poca cosa, chi paga se la PBGC non è in grado di assegnare a ciascuno quanto dovuto? Questa società si finanzia con i premi pagati da altri fondi pensione, e non riceve denaro dalla fiscalità generale. Per tale ragione “nessuno sa chi pagherebbe i pensionati se la PBGC non potesse rispettare i suoi obblighi”, ha precisato Kam. Potrebbe accadere? I bilanci dicono questo: la PBGC ha chiuso il report annuale affermando che il Single-Employer Plan è in attivo, nel saldo attività – passività, di 2,4 miliardi. Alla fine del 2017, il GE pension plan aveva 28,7 miliardi di rosso.
“Se la PBGC dovesse prendere in carico il piano pensionistico di GE, la stabilità finanziaria del Single-Employer plan ne risentirebbe notevolmente. (…) Ciò non significa che i pagamenti si fermerebbero o che sarebbero ridotti. Ma significa che alla fine il piano finirà i soldi prima che possa soddisfare i suoi obblighi. Per rendere il programma economicamente sostenibile, qualcosa deve cambiare”.