ROMA (WSI) – È stato sventato “un inganno globale che mette a rischio la credibilità del Made in Italy in tutti i continenti, dove la diffusione dei wine kit con etichette italiane è purtroppo capillare e spesso tollerata, con danni incalcolabili alle produzioni di vino nazionale”. Lo afferma la Coldiretti giudicando positivamente l’operazione del Nucleo antifrodi carabinieri di Parma (Nac), “che ha scoperto un’associazione per delinquere transnazionale, dedita alla produzione e commercializzazione in ambito internazionale di wine kit recanti sulle etichette i riferimenti ad almeno 24 vini italiani Dop e Igp risultati contraffatti, diversi per origine e provenienza”.
“I ‘miracolosi’ wine kit – spiega l’organizzazione agricola – promettono con semplici polveri di ottenere in pochi giorni vini dalle etichette più prestigiose mettendo a rischio con l’inganno l’immagine e la credibilità dei nostri vini. Purtroppo i furbetti dei wine kit si sono diffusi in tutti i continenti, dall’America all’Australia ma anche in Europa, dove è particolarmente grave il fatto che dietro questi traffici si nascondano anche operatori italiani”. “Il problema – sostiene la Coldiretti – non è legato solo all’uso delle pregiate denominazioni italiane, poichè in base alla normativa europea del vino non è possibile aggiungere acqua nel vino o nei mosti. La definizione europea del vino non contempla l’aggiunta di acqua, come peraltro consentito in altri stati del nuovo mondo (Sudafrica) che continuano a chiedere all’Ue di autorizzare tale pratica per favorire le loro esportazioni. Anche per questo – conclude – il commercio dei wine kit su tutto il territorio europeo andrebbe vietato”. (TMNews)