ROMA (WSI) – Se ci recasse oggi alle urne venti milioni di italiani, il 41% del corpo elettorale, rimarrebbe a casa. Il PD approfitterebbe della situazione ma non riuscirebbe comunque a raggiungere la maggioranza richiesta del 40% e dovrebbe andare al ballottaggio con il Movimento 5 Stelle, seconda forza politica.
A quel punto siamo veramente sicuri che al secondo turno il partito di centro sinistra la spunterebbe? Se al 21% del gruppo fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, in crescita nelle ultime settimane, si sommassero i voti di protesta e degli euro scettici – come il 15% della Lega Nord e gli astensionisti – il premier Matteo Renzi potrebbe anche finire per dover dire addio a Palazzo Chigi.
La Lega di Matteo Salvini si conferma stabilmente al terzo posto, con il 15%. Resta in profonda crisi Forza Italia, che si attesta a mala pena sopra il 10%. Più distanti, sotto il 5%, appaiono oggi le altre forze politiche: SEL al 4,5, Fratelli d’Italia della Meloni al 4%, NCD-UdC di Alfano al 3,8%. Tutti e tre otterrebbero così seggi in Parlamento, cosa che non riuscirebbe a nessuna delle liste, sotto il 2% nelle intenzioni di voto misurate da Demopolis
La crescita del MoVimento 5 Stelle e dell’astensione sono un chiaro segnale di malcontento nel paese. “Cresce ulteriormente l’astensione – afferma il direttore della società di sondaggistica Pietro Vento – di 16 punti superiore rispetto alle ultime Politiche: appena il 59% si recherebbe oggi alle urne”. Ben 41 elettori su 100, infatti, sceglierebbero l’astensione: si tratta di quasi venti milioni di italiani”.
Con l’opposizione divisa in più liste, la simulazione realizzata da #Demopolis spiega ampiamente il peso determinante che ha la nuova legge elettorale sulla composizione del futuro Parlamento: con l’Italicum non è più la coalizione, ma la prima lista ad aggiudicarsi il premio di maggioranza alla Camera.
Tra quanti intendono recarsi alle urne, il vantaggio del partito del Premier è piuttosto netto. “Oggi – sostiene il direttore dall’Istituto Demopolis Pietro Vento – il Partito Democratico, con il 35%, staccherebbe il M5S, seconda lista, di 14 punti percentuali: un distacco significativo, anche se ridotto rispetto ai 20 punti che separavano i due partiti alle ultime Europee. È la fotografia – conclude Vento – di un consenso in costante evoluzione, in uno scenario politico caratterizzato da un voto sempre più liquido ed instabile”.
Pur non raggiungendo oggi il 40%, il PD di Renzi sulla carta e secondo la simulazione di Demopolis la spunterebbe al ballottaggio contro il M5S. Solo 7 partiti sarebbero in grado di superare la soglia di sbarramento del 3% e di far valere così la loro presenza a Montecitorio.
Nel caso specifico, il premio previsto dalla nuova legge elettorale, frutto del patto del Nazareno stretto da Renzi e Silvio Berlusconi, consegnerebbe ai Democratici la maggioranza assoluta del 55% prevista dall’Italicum, conquistando 340 seggi alla Camera. Escludendo i 12 parlamentari eletti all’estero, 278 deputati sarebbero invece suddivisi tra le altre 6 liste.
Secondo la simulazione effettuata dall’Istituto Demopolis, con l’Italicum 100 seggi andrebbero oggi al Movimento 5 Stelle, 71 alla Lega, 48 a Forza Italia; sarebbero rappresentati alla Camera anche SEL con 22 deputati, Fratelli d’Italia con 19 e NCD-UdC con 18 seggi.
“Sulla nuova legge elettorale – ricorda sempre Pietro Vento – pesa tuttora l’incognita legata al superamento del Senato e del bicameralismo perfetto previsto dal processo di riforma costituzionale, che tornerà in discussione dopo le Regionali di fine maggio”.
(DaC)