Impresa

Fare impresa nell’era dell’Ai e della sostenibilità

Da imprenditore prima e presidente di Confapi Brescia poi, il punto d’osservazione di Pierluigi Cordua sul mondo delle Pmi alle prese con le sfide della sostenibilità e innovazione. L’elemento chiave? La comunicazione

Sono la spina dorsale dell’economia italiana. Si tratta delle piccole e medie imprese (conosciute come Pmi) che con un giro d’affari di oltre 1.000 miliardi di euro, generano quasi il 40% del valore aggiunto nazionale impiegando un terzo di tutti gli occupati. Pmi che hanno iniziato il 2024 nel segno delle sfide in un contesto economico e geopolitico complicato, strizzando l’occhio alla transizione sostenibile e digitale.

Due tematiche, quelle legate alla sostenibilità e all’intelligenza artificiale, portate avanti anche dal presidente di Confapi Brescia, Pierluigi Cordua, la cui missione è continuare a diffondere “una cultura d’impresa”. Con un elemento chiave trasversale: una comunicazione capillare.

“Cultura d’impresa” nell’era dell’Ai e della sostenibilità.

Si scrive innovazione, comunicazione e sostenibilità si traduce in un lavoro costante sul territorio per portare una cultura d’impresa sempre al passo con le esigenze ed evoluzioni del mercato. “La nostra missione come Confapi è quella di affiancare gli imprenditori, cercando di lavorare a 360° sulla cultura d’impresa”, racconta Cordua, presidente di Confapi Brescia (al secondo mandato) e dallo scorso gennaio presidente regionale, nonché a sua volta imprenditore alla guida di Isve. “La sfida principale è far comprendere come alcuni trend in atto possano diventare un’opportunità per le imprese, portando ad esempio alla realizzazione di nuovi sistemi di gestione, nuovi approcci all’attività lavorativa e in generale a un efficientamento dei processi”. Come ribadisce il numero uno delle piccole e medie imprese bresciane, tra i grandi temi c’è quello della sostenibilità, dell’intelligenza artificiale e della digitalizzazione che hanno ripercussioni significative sul sistema imprese. E in quest’ultima direzione un passo concreto sul territorio bresciano è stato fatto: ovvero l’accordo di Confapi Brescia con Microsoft Italia che rappresenta “un approccio graduale, per cominciare a parlare agli imprenditori dell’intelligenza artificiale”.
Lo scorso maggio è, infatti, stata siglata una lettera d’intenti tra le due realtà per sostenere le imprese nell’adozione di intelligenza artificiale generativa. Un’intesa, come sottolinea Cordua, che “sancisce l’entrata in una fase operativa della partnership, articolata su più linee di intervento”. Una collaborazione che include la creazione di un canale riservato alla ricezione di richieste da parte delle aziende, corsi in presenza con docenti Microsoft e visite alla sede italiana e a quella di Redmond. Un percorso che tra maggio e giugno si concretizza in alcune giornate formative gestite dai professionisti del big tech Usa.

La comunicazione, un tassello chiave.

Saper comunicare, saper raccontare la propria impresa è un altro tassello chiave nel lavoro degli imprenditori. Ed è questo un altro filone che Pierluigi Cordua non perde di vista, con attività e iniziative sempre concrete. “Noi bresciani abbiamo il difetto di non essere dei grandi comunicatori – racconta Cordua -. Ne ho avuto la riprova in oltre tre anni di presidenza: mi sono reso conto che ci sono delle eccellenze, delle storie uniche che non vengono raccontate, comunicate bene all’esterno”. “Partendo da questa considerazione, abbiamo creato una redazione e realizzato un piccolo studio televisivo per realizzare dei contributi video che nel giro di poco hanno dato vita a un notiziario della durata di 10 minuti. Cinque approfondimenti, di cui uno incentrato sul contesto geopolitico e delle materie, con un taglio veloce e dinamico, adatto per le piattaforme social. Un appuntamento settimanale che da oltre un anno viene distribuito anche dalla principale tv locale a Brescia”.

Passaggio generazionale.

Parlando d’impresa non si può dimenticare il tema del passaggio generazionale. Una tematica delicata e complessa al centro del film prodotto dall’imprenditore bresciano Giancarlo Turati di FasterNet. La pellicola “Oltre la linea” di Elia Pavoni vuole raccontare proprio il mondo del lavoro, partendo proprio dal rapporto tra padre e figlio in un contesto d’impresa. Si tratta di un progetto pilota in attesa di nuovi “episodi” su questo stesso filone.
“Siamo in contatto da tempo con Giancarlo Turati per questo progetto. È un imprenditore che si è posto il problema di come far arrivare e parlare ai giovani dei grandi temi legati all’impresa, al passaggio generazionale. Ha scelto di investire in uno strumento come il cinema per arrivare diretto alle nuove generazioni”.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di giugno del mensile Wall Street Italia. Per abbonarti  clicca qui