Società

Fase 2: il 30% di bar e ristoranti in Italia a rischio chiusura

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Oggi, lunedì 18 maggio, la tanto attesa apertura delle attività commerciali dopo oltre due mesi di lockdown imposto dall’emergenza sanitaria ma il 30% di bar e ristoranti in Italia sono a rischio chiusura.

Lo rivela uno studio di Bain & Company che ha analizzato i dati di 40mila punti vendita per analizzare non solo il costo già sostenuto ma, soprattutto, per capire le implicazioni che le scelte attualmente in discussione avranno sul futuro di breve e di medio periodo dei circa 320mila bar e ristoranti già messi a dura prova dal periodo di lockdown. La chiusura di bar e ristoranti nel periodo marzo-metà maggio ha già causato perdite di fatturato per circa 14 miliardi di euro, 1,6 miliardi di euro in minori entrate fiscali e messo a rischio circa 230 mila posti di lavoro. Come sarà il futuro?

Gli impatti delle misure restrittive su bar e ristoranti

La misura più dibattuta in merito alla riapertura è stata quella della distanza minima tra persone e dei m2 per coperto, con due opzioni: A che prevede la distanza interpersonale minima di 1 metro e 1,5 metri quadri minimi per coperto e B con la distanza interpersonale minima di 2 metri e 4 metri quadri minimi per coperto.

Lo studio di Bain si è focalizzato sull’analizzare e quantificare gli impatti economici delle due opzioni. L’applicazione delle misure più restrittive (i quattro metri quadri per persona) rispetto a misure comunque restrittive rispetto ad una ipotetica situazione normale pre-Covid (1,5 metri quadrati per persona e limiti non necessari per esempio per persone di uno stesso nucleo famigliare) comporta in due settimane quasi 600 milioni di euro di fatturato e consumi persi, quasi 70 €M di minori entrate fiscali e circa 2,7 K posti di lavoro a rischio.
La differenza su base annuale (da metà maggio a fine dicembre) tra le due opzioni è che l’opzione B (più restrittiva) comporterebbe minore fatturato per il settore di circa 8 miliardi di euro, circa 1,0 miliardi di euro di minori entrate fiscali e 45 mila posti di lavoro a rischio in più.

L’impatto totale a fine anno, considerando gli effetti duraturi del lockdown ed includendo le aziende che potrebbero non sopravvivere alla crisi, sarebbe di –40%/-50% di fatturato per il comparto di bar e ristorazione, ovvero circa 2 punti di PIL persi con circa 250-300 mila posti di lavoro a rischio, ovvero con quasi 100 mila bar o ristoranti in pericolo. Questo si tradurrebbe anche in minori entrate fiscali fino a 5,0 miliardi di euro, l’equivalente di circa il 15% della manovra di bilancio 2020.