Il 4 maggio scorso l’Italia è entrata nella Fase 2 della lotta al coronavirus, un periodo durante il quale gran parte delle attività possono tornare ad operare, nel rispetto di precise precauzioni volte a tenere sotto controllo la diffusione del Covid-19. Il ritorno alla vita “normale”, alla vita “di prima”, tuttavia, sembra ancora lontano. La Fase 3, quella che dovrebbe seguire alla sconfitta del coronavirus, è ancora avvolta da numerose incognite.
Quando inizierà la nuova fase
La prima e più importante incertezza riguarda la possibilità che il Covid-19 possa scomparire definitivamente, con o senza un vaccino. L’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, l’ha affermato senza mezzi termini: allo stato attuale non sappiamo quando il coronavirus potrà essere sconfitto, né si può escludere la possibilità che il virus diventi endemico come l’Hiv. “E’ importante essere chiari: potrebbe diventare un altro virus endemico nelle nostre comunità e non scomparire mai [come] l’Hiv mai se n’è andato”, aveva detto Micheal Ryan, direttore esecutivo del Programma di emergenza dell’Organizzazione mondiale della sanità,
In quest’ultimo scenario alcune delle precauzioni conosciute nell’attuale fase di contrasto al virus potrebbero entrare a far parte della quotidianità, perlomeno nella stagione più fredda dell’anno.
A esprimersi su queste posizioni è stato anche il direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases degli Stati Uniti, Anthony Fauci, secondo il quale “Il Covid-19… diventerà un problema stagionale“.
Anche nell’ipotesi in cui non venisse trovato un vaccino efficace è possibile comunque immaginare che, gradualmente, sarà possibile riconquistare gran parte degli spazi che la pandemia ha portato via alle libertà personali.
Il ritorno delle lezioni in classe, la riapertura degli stadi e dei teatri, la mitigazione del distanziamento sociale, e così via. Questo potrebbe avvenire qualora i trattamenti sui soggetti malati e una serie di buone pratiche si rivelassero sufficienti a tenere sotto controllo l’impatto del Covid-19.
Per il momento, la Fase 2 sta procedendo con risultati incoraggianti. Ad affermarlo è stato l’ex presidente della Società europea di virologia, Giorgio Palù, secondo il quale, a oltre 14 giorni dalla parziale riapertura in Italia, “la tanto temuta esplosione non c’è stata”. Anzi, l’indice Rt che indica la velocità con la quale il virus si diffonde ha subito un “rallentamento generalizzato”.
Ma se per Fase 3 si intende il ritorno pieno al precedente stile di vita, al momento nessuno è in grado di prevedere quando si presenteranno le condizioni necessarie alla caduta definitiva di tutte le precauzioni.
La speranza è che, comunque, si riesca a convivere (anche sotto il profilo della sostenibilità economica) con il virus per tutto il tempo che sarà necessario prima di una soluzione definitiva.