ROMA (WSI) – Continua lo scontro tra Italia e Germania in merito al caso FCA, l’ indagine aperta dalle autorità americane in merito ad un software che trucca le emissioni su alcuni modelli del gruppo di Detroit. Un software che, secondo quanto afferma l’Epa, l’Agenzia di protezione ambientale americana che ha aperto l’ indagine, sarebbe del tutto simile a quello usato dalla Volkswagen e da cui è partito lo scandalo dieselgate.
E proprio dalla Germania arrivano i grandi accusatori : il ministro tedesco dei trasporti Alexander Dobrint ha chiesto all’ Europa di intervenire, garantendo il richiamo di tre modelli FCA – 500x, Renegade e Fiat Doblò che in realtà non compaiono nel dossier aperto dall’ Epa. “Accuse irricevibili, la Germania pensi al caso VW”, queste le parole dei nostri ministri Delrio e Calenda dinanzi alle esternazioni della Germania che si è anche attribuita il merito di aver scoperto, tramite i suoi esperti, il meccanismo illegale sulle vetture Fiat Chrysler. Queste le parole di Delrio:
“Non ci sono dispositivi illegali dimostrati, dai test i veicoli Fca, compresa la 500x, risultano conformi (…) Come noi non abbiamo detto niente su Volkswagen, dobbiamo richiedere ed esigere la regola del rispetto. Non si danno ordini ad un paese sovrano, non accettiamo imposizioni per le campagne elettorali altrui”.
E’ chiaro che lo scontro ha assunto i connotati di una battaglia politica vera e propria, in cui l’ auto centra ben poco. L’accusa da Berlino all’ Italia è diretta al governo, indicato come impreparato e poco vigile. E La Germania rilancia, istigando ancora di più l’Unione Europea che minaccia l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti di Roma visto che “attende dal 2 settembre risposte convincenti”. Il ministro tedesco ha scritto una lettera alla commissaria all’ industria Elzbieta Bienkowska, chiedendo chiarimenti.
In ogni caso la controversia potrebbe “costituire un ulteriore spinta per FCA per spostare la produzione verso gli Usa”. A dirlo Giuseppe Berta, professore di Storia contemporanea alla Bocconi, e grande esperto del Lingotto, intervistato dall’Adnkronos.
“In questo momento Fca si trova nel mirino (…) i rapporti con Volkswagen sono alterni e la casa tedesca esercita da sempre una pressione, con i tentativi di avvicinamento che risalgono a prima dello scandalo di settembre 2015 (…) c’è uno stato latente di tensione (…) le tensioni fra Volkswagen e Fca e, comeBerlino contro Roma fra Berlino e Roma, affondano le loro radici in un contesto in cui la controversia ambientale e i criteri difformi fra Stati Uniti ed Europa generano una situazione altamente instabile”.