Il clima si fa sempre piu’ nervoso sui mercati obbligazionari per le possibili elezioni anticipate in Italia, con il PD spaccato e la possibilità crescente di vittoria del MoVimento 5 Stelle, e per il voto presidenziale in Francia in cui il trionfo di Marine Le Pen è difficile ma non impossibile.
Con l’avvicinarsi delle elezioni francesi, il cui risultato è incerto, i Bund tedeschi a due anni rendono sempre meno e l’offerta non tiene piu’ il passo della domanda, un trend che peraltro pesa anche sull’euro. Lo Spread a due anni tra Francia e Germania è salito a 50 punti base, i massimi da maggio 2012. La notizia di un accordo tra Emmanuel Macron, candidato indipendente, e Francois Bayrou, leader di centro, ha allentato le pressioni sui Bond francesi, ma non tanto da ridurre il divario tra i rendimenti degli Oat francesi e quelli dei Bund. Intanto lo Spread tra i titoli tedeschi e quelli italiani a 10 anni è salito a 200 punti base ieri.
In generale è in atto una corsa ai bond sovrani piu’ sicuri, con quelli statunitensi che sono ancora piu’ richiesti della controparte omologa della Germania. Il differenziale tra i titoli a 2 anni dei bond governativi di Germania e Usa è ormai superiore al 2%, il valore piu’ elevato da almeno il 2000. I Bund sulla parte breve della curva, quella a 2 anni, ormai rendono quasi il -1%, avendo toccato il minimo storico di -0,92%. La caccia ai Bund tedeschi e la fuga dalla Francia ha spinto lo Spread tra le due prime potenze dell’area euro ai massimi di quattro anni di 80 punti base.
Interventi Bce alimentano domanda Bund
Ad alimentare gli acquisti di Bund sono anche le operazioni della Bce, che sta a sua volta comprando titoli tedeschi, in particolare quelli che rendono meno del -0,4%. Nell’ultima riunione di dicembre Mario Draghi ha annunciato che, proprio per venire incontro alla Germania, nell’ambito del suo programma di stimolo monetario straordinario la banca centrale avrebbe iniziato ad aprire posizioni anche in titoli con un tasso inferiore a quello sui depositi (fermo al -0,4%).
Con gli investitori che non vogliono liberarsi dei titoli a breve scadenza tedeschi che sono utilizzati come garanzia per ricevere finanziamenti dalla Bce, si teme che vengano a mancare sul mercato i titoli da usare come collaterale. La febbre per i Bund a due anni arriva in un momento in cui paradossalmente un’emissione di titoli tedeschi a 30 anni sul primario ha fatto flop, per via di rendimenti poco appetibili. La Bundesbank si è vista costretta a trattenere il 41,8% dei Bund messi all’asta, piazzando solo €733 milioni rispetto al miliardo di euro di Bund offerti a un rendimento medio di appena l’1,04%.
Fed pronta ad agire, alert El-Erian sui Treasuries
Intanto Mohamed El-Erian consulente di Allianz ed ex Ceo di Pimco, il primo fondo obbligazionario al mondo, lancia un allarme sui Treasuries Usa, citando il fatto che il mercato sta pericolosamente sottovalutando la possibilità che la Federal Reserve alzi i tassi di interesse già alla riunione di marzo, in calendario tra circa due settimane.
Ieri dalle minute della banca centrale americana è emersa la volontà del board di politica monetaria della Fed di restringere le condizioni creditizie “relativamente presto”. I future sui Fed Funds danno all’incirca al 40% le chance di una stretta monetaria in marzo.