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FEBBRE DA IPO: NEL ’99 INFRANTI TUTTI I RECORD

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Gli investitori che hanno scelto le azioni internet hanno contribuito a fare del 1999 l’anno record per gli Ipo (initial public offering), cioe’ i collocamenti azionari sulla borsa Usa. Tuttavia gli analisti sono divisi sul futuro, e cioe’ se il boom possa durare anche l’anno prossimo.

In totale quest’anno tramite 486 Ipo sono stati raccolti piu’ di 93 miliardi di dollari (circa 178.000 miliardi di lire); si tratta di un nuovo primato, che batte il precedente di 57 miliardi di dollari raccolti a Wall Street grazie a 502 offerte pubbliche di vendita nel 1996, secondo ai dati di Renaissance Capital.

Un altro record e’ stato battuto con la perfomance media delle matricole rispetto al prezzo di collocamento: +187%.

Ma secondo l’opinione di alcuni esperti del mercato Usa, non e’ che l’inizio di un’era di prosperita’ che si protrarra’ anche nel 2000..

Piu’ di 30 miliardi di dollari in capitali di venture capitalists (cioe’ coloro che lanciano matricole e startups in borsa) sono quest’anno fluiti su aziende appena nate. Ma l’anno prossimo sul mercato, tramite gli Ipo, dovrebbero essere raccolti capitali parecchie volte piu’ ampi rispetto al totale del 1999, dice David Cowan, di Bessemer Venture Partners.

Nell’anno appena trascorso (tra Natale e Capodanno ovviamente nessuna azienda si quotera’ a Wall Street) societa’ giovani e piu’ piccole del solito hanno attratto l’attenzione degli investitori. Piu’ della meta’ dei collocamenti del 1999 sono stati effettuati da aziende fondate meno di cinque anni fa. Un numero record – l’81% – aveva meno di 100 milioni di dollari (190 miliardi di lire) di fatturato. E circa tre quarti del totale non faceva registrare profitti, ma solo perdite.

Ma la redditivita’ di una societa’ che si quota sulle borsa americana, a quanto pare, e’ un elemento irrilevante del gioco. Anzi, e’ il contrario: i collocamenti delle aziende che presentavano bilanci in rosso hanno fatto registrare un balzo del titolo del 224% sul prezzo di collocamento, rispetto al +90% degli Ipo di societa’ in utile.

Anche gli investitori che non sono stati in grado di ottenere le azioni ”prima” del collocamento, in realta’ hanno poi partecipato comunque alla festa; acquistando infatti i titoli il primo giorno di contrattazioni, il guadagno medio e’ stato dell’86%.

Tuttavia, a noi di WSI interessa analizzare oggettivamente fenomeni ed eventi della borsa Usa, per dare ai nostri utenti il maggior numero di elementi utili a prendere decisioni di investimento. C’e’ dunque in questo specifico comparto anche l’altra faccia della medaglia: le matricole che dopo il collocamento sono andate male.

Ecco le statistiche: piu’ del 22% degli Ipo sono scesi a fine anno sotto il prezzo del debutto. Inoltre piu’ del 10% di tutte le 486 matricole del 1999 hanno chiuso il primo giorno di contrattazioni a Wall Street sotto il prezzo
dell’offerta al pubblico. Queste aziende dovrebbero essere analizzate molto attentamente, perche’ solo cosi’ gli investitori potranno ricavare le indicazioni e i criteri giusti per capire quali Ipo saranno deboli nel 2000.

Secondo gli analisti esperti in collocamenti azionari, a far faville l’anno prossimo saranno ancora le aziende cosiddette business-to-business, e inoltre quelle che lavorano nel comparto infrastrutture, soprattutto dell’informatica e internet. Insomma, fate attenzione a quelle societa’ che operano – per esempio – nel settore dell’accesso a internet tramite computer portatili o telefoni cellulari o mediante box tipo quello delle Tv via cavo.

Tutti gli esperti sono comunque d’accordo nel sostenere che l’anno prossimo qualcosa cambiera’, anche se – bisogna dirlo – in peggio, per gli investitori. Nel 1999 i titoli di 117 matricole sono raddoppiati schizzando di oltre il 100% il giorno del debutto. L’anno prossimo il Bengodi non si ripetera’ con la stessa frequenza.