NEW YORK (WSI) – Alla fine ha prevalso la cautela. Come nella attese del mercato, la Fed ha lasciato i tassi di interessi Usa allo 0-0,25%, un minimo storico a cui furono portati nel dicembre del 2008 nel pieno della peggiore crisi finanziaria dalla Grande Depressione degli anni ’30.
Lo ha annunciato la banca centrale americana al termine della sua riunione, osservando che “monitora gli sviluppi internazionali”. La Fed non ha fornito un nuovo timing sul primo aumento dei tassi di interesse. In un sondaggio Reuters pubblicato ieri, 45 economisti su 80 interpellati si sono espressi per la conferma dei tassi d’interesse. La decisione è stata presa quasi all’unanimità , con il solo voto contrario di Jeffrey M. Lacker, capo della Fed di Richmond, che già da tempo rivendica la necessità di un rialzo dei tassi federali.
La Federal Reserve, a più riprese, ha manifestato l’intenzione di avviare un graduale rialzo del costo del denaro entro fine anno, alla luce del consolidamento della ripresa Usa.
Nella conferenza successiva alla riunione, la Banca centrale Usa ha ritoccato al rialzo le stime sulla crescita dell’anno in corso ma ha tagliato quelle per il biennio successivo: le nuove stime vedono il prossimo anno il Pil Usa in aumento del 2,3% (0,2 punti in meno su giugno) mentre nel 2017 la crescita è prevista al 2,2% (0,1 punti in meno). Per la prima volta la banca centrale Usa, al termine della riunione del comitato di politica monetaria, ha diffuso una previsione per il 2018, con un Pil a +2,0%
Per il 2015, la Banca Centrale americana attende ora una crescita del prodotto interno lordo al 2,1%, mentre a giugno aveva indicato un +1,9%. Quest’anno il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 5%, meno del 5,3% previsto a giugno.