Tutto come nelle previsioni: per tentare di raffreddare l’inflazione Usa, salita ai massimi da 40 anni, ieri la Fed ha alzato i tassi di interesse di mezzo punto percentuale, portando il costo del denaro in una forchetta fra lo 0,75% e l’1%. Per la banca centrale Usa si tratta del primo aumento da mezzo punto dal 2000 e della prima volta dal 2006 che alza i tassi in due riunioni consecutive. La stretta arriva, dopo che lo scorso marzo aveva ritoccato al rialzo il costo del denaro di un quarto di punto.
Sempre ieri, la Fed ha annunciato che avvierà la riduzione del proprio bilancio a partire da giugno a una velocità di 47,5 miliardi di dollari al mese fino ad agosto.
“Voglio parlare direttamente agli americani: l’inflazione è troppo alta ed è essenziale abbassarla per garantire una ripresa che porti benefici a tutti” ha detto il presidente della Fed, Jerome Powell, nella sua prima conferenza stampa in persona da quasi due anni.
La Fed “ha gli strumenti per ridurre l’inflazione e si sta muovendo rapidamente per abbassarla” ha aggiunto Powell, sottolineando che ulteriori rialzi dei tassi sono appropriati ma escludendo, come messo in conto da alcuni analisti, un possibile rialzo dei tassi da 75 punti base in giugno.
Le parole di Powell hanno messo le ali alla Borsa Usa che ha chiuso in netto rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato il 2,82% a 34.061 punti, l’S&P 500 il 2,97% a 4.299 e il Nasdaq il 3,19% a 12.964. A consuntivo va la miglior seduta della Borsa newyorkese da maggio 2020.
Fed divisa tra crescita ed inflazione
Restano incerte le prospettive economiche. La banca centrale Usa ha messo in evidenza che “le implicazioni per l’economia statunitense sono molto incerte, ma nel breve periodo l’invasione dell’Ucraina e i relativi eventi creeranno probabilmente un’ulteriore pressioni inflativa” di cui si è detta “molto preoccupata”. A marzo, l’indice dei prezzi al consumo è salito a all’8,5%, come non accadeva dal 1981. E’ “davvero troppo alto” e va ridotto “speditamente”, ha avvertito il presidente della banca centrale americana.
Meno grigio il quadro della crescita. L’economia a stelle e strisce è “forte e ben posizionata”, ha rilevato Powell. Nonostante il calo del Pil dell’1,4% su base annualizzata registrato nel primo trimestre, “le spese dei consumatori e gli investimenti fissi delle aziende sono rimasti forti” e “i guadagni del mercato del lavoro sono stati robusti”.
A contrastare la corsa dei prezzi sarà anche la riduzione del bilancio dell’istituto, schizzato fino alla stratosferica cifra di circa 9.000 miliardi di dollari per sostenere l’economia durante la crisi provocata dal Covid. La stretta sarà pari a 47,5 miliardi di dollari al mese a giugno, luglio e agosto e accelererà a 95 miliardi da settembre.