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Fed “falco” spaventa i mercati: rialzo tassi prima delle stime

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Di fronte all’impennata dell’inflazione, la FED ripensa in chiave “restrittiva” alla sua politica monetaria. È quanto emerge dai verbali relativi all’incontro del 14-15 dicembre del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve. In quell’occasione la banca centrale americana, a fronte di un rialzo dei prezzi, che si sta dimostrando più alta e duratura del previsto, ha messo in conto la necessità di alzare i tassi d’interesse prima del previsto.

“L’outlook per l’economia, il mercato del lavoro e l’inflazione potrebbe giustificare un aumento dei tassi prima e più velocemente di quanto anticipato”, si legge nei verbali, nei quali si precisa come secondo alcuni membri della banca centrale “potrebbe essere appropriato ridurre il bilancio poco dopo l’inizio dei tassi di interesse”.

La Banca centrale Usa ha infatti indicato che potrebbe non solo aumentare i tassi di interesse prima del previsto, ma anche ridurre i titoli detenuti in portafoglio nel tentativo di domare l’elevata inflazione. A dicembre, l’istituto guidato da Jerome Powell  ha deciso un tapering di 30 miliardi di dollari al mese (e non più 15 miliardi) per mettere fine al programma di aiuti da 120 miliardi al mese entro marzo, a due anni dalla crisi provocata dalla pandemia di coronavirus. Il programma prevedeva 80 miliardi in titoli di Stato e 40 miliardi in titoli garantiti da mutui ipotecari.

L’istituto di politica monetaria ha deciso di lasciare i tassi d’interesse allo 0-0,25%, livello a cui sono stati portati nel marzo del 2020 per contrastare gli effetti negativi della pandemia di coronavirus sull’economia statunitense.

“Se il mercato del lavoro continuerà a migliorare con questo passo, i prerequisiti per un aumento dei tassi d’interesse potrebbero essere raggiunti relativamente presto”, si legge nei verbali.

Dal dot plot, il grafico che registra, ogni tre mesi, le previsioni della Fed, è emerso poi che la maggioranza dei banchieri prevede ora almeno tre rialzi dei tassi d’interesse nel 2022. Dopo la precedente riunione, a settembre, nove componenti su 18 del Fomc avevano invece ipotizzato almeno un rialzo dei tassi nel 2022, anticipando già allora i tempi rispetto alle precedenti previsioni.

Mercati sbandano, dopo verbali Fed

La diffusione dei verbali della Fed ha creato forti preoccupazioni per gli investitori, che a questo punto temono che la ripresa economica subisca l’effetto combinato di nuove restrizioni dovute al diffondersi della variante Omicron e del minor sostegno all’economia delle banche centrali. Immediato il sell-off sugli asset più rischiosi, con il Bitcoin che è sceso fino a 42.505 dollari, il minimo dal ‘flash crash’ del dicembre scorso. Vendite anche sull’azionario che, va comunque ricordato, viaggia a livelli record.