ROMA (WSI) – Finalmente un po’ di chiarezza da parte della Fed di Janet Yellen. La riunione del Fomc – il braccio di politica monetaria della Fed si è conclusa con l’annuncio sui tassi che, come previsto, sono stati lasciati ancora invariati nel range compreso tra lo 0,25% e lo 0,5%. Non solo: la Fed ha annunciato un taglio sulle attese relative alle manovre di politica monetaria restrittiva che saranno adottate quest’anno, dai quattro rialzi inizialmente previsti a due. Altri due aumenti dei tassi sono ora previsti dalla banca centrale Usa per il 2017. Una decisione collegata all’altro taglio delle stime da parte della Fed: quello che ha colpito il Pil Usa.
Ora si prevede una crescita del Pil, per quest’anno, al ritmo +2,2%, rispetto al +2,4% atteso in precedenza, a fronte di una inflazione attesa in un range compreso tra 1% e 1,6%, rispetto alla precedente forchetta tra 1,2% e 1,7%.
Anche la Fed, dopo un’apparente ostinazione a virare verso una politica monetaria restritiva caratterizzata da almeno quattro manovre nel corso di quest’anno, ha dovuto ammettere che il contesto dell’economia globale, il rallentamento dell’economia della Cina e il collasso dei prezzi del petrolio hanno sconvolto a tal punto i mercati finanziari, da portare diversi strategist a lanciare l’allarme recessione. Oltre che a lanciare un appello affinché la Fed rallenti nel processo di normalizzazione dei tassi.
E così, nel comunicato che è stato diffuso alla fine del meeting del Fomc durato due giorni, risulta che:
“gli sviluppi economici e finanziari globali continuano a rappresentare un rischio” e che si prevede che l’inflazione rimanga bassa nel breve termine, in parte a causa dei cali dei prezzi energetici (..) In questo contesto, la Commissione ha deciso di mantenere il range target per i tassi sui fed funds tra lo 0,25% e lo 0,50%”. Inoltre, “l’orientamento della politica monetaria rimane accomodante, a sostegno di un ulteriore miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro e di un ritorno dell’inflazione al 2%”.
Nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio della Fed, Yellen ha precisato che “la politica (della Fed) non segue un cammino predeterminato” e che le proiezioni che sono arrivate dalla Commissione del Fomc non sono promesse. In ogni caso, Yellen non ha escluso che un rialzo dei tassi possa avvenire già ad aprile.
La maggior parte degli economisti prevede ora che il prossimo rialzo dei tassi di interesse – dopo il primo in quasi 10 anni avvenuto alla fine di dicembre – avverrà dopo la riunione del Fomc dei prossimi 14 e 15 giugno.
Dal comunicato della Fed è emerso tra l’altro che il Fomc prevede “un rialzo più graduale nell’aumento dei tassi anche nel 2017 e nel 2018”.
“Le informazioni ricevute dal Fomc nella riunione di gennaio suggeriscono che l’attività economica (degli Usa) è cresciuta a un ritmo moderato, nonostante gli sviluppi economici e finanziari globali degli ultimi mesi. La spesa delle famiglie è aumentata a un passo moderato, il mercato immobiliare è migliorato ulteriormente; tuttavia, gli investimenti in asset fissi da parte delle aziende e le esportazioni nette si sono mostrati deboli”.
La Fed di Janet Yellen ha dato “la colpa” soprattutto a fattpori esterni e guardando alle pressioni inflazionistiche, ha sottolineato che “prevediamo che l’inflazione rimarrà bassa nel breve termine, in parte a causa delle flessioni precedenti dei prezzi energetici, ma che salirà al 2% nel medio periodo, dal momento che gli effetti transitori dei cali dei prezzi energetici e dei prezzi alle importazioni si smorzeranno e il mercato del lavoro si rafforzerà ancora. La Commissione continua a monitorare attentamente gli sviluppi dell’inflazione”.
Le parole della Fed, come mostra l’infografica, si sono tradotte immediatamente nello smorzarsi delle speculazioni sulle prossime manovre restrittive. (il riferimento è alla data delle prossime riunioni del Fomc e alla probabilità di rialzi, prima e dopo le ultime dichiarazioni arrivate dal Fomc)
(in fase di scrittura)