Fed non andrà in soccorso di Wall Street, nonostante inizio di dicembre peggiore dal 1980
Mercoledì la Federal Reserve, la banca centrale statunitense, deciderà sul costo del denaro. La decisione appare scontata: il consensus si aspetta che la Fed alzerà ancora una volta il costo del denaro di 25 punti base.
Il vero nodo da sciogliere è invece quello che succederà nel 2019, alla luce della recente ondata di vendita che si è abbattuta sul mercato americano, che ha iniziato il mese di dicembre con perdite che non si vedevano dagli anni Ottanta.
Nonostante la retromarcia della Borsa Usa, secondo Tom Porcelli, capo economista negli Stati Uniti di RBC Capital Markets, la Fed non metterà nessuno stop alla fase di rialzi. Questo nonostante recenti dichiarazioni di alcuni funzionari della Fed, tra cui lo stesso governatore Jerome Powell, abbiano spinto alcuni investitori a credere che la banca centrale americana potrebbe prendersi, dopo dicembre, una pausa nella fase rialzista.
Secondo Porcelli, i dati macro Usa ancora forti spingono invece a credere che il vero dibattito all’interno del Fomc, il braccio operativo della Federal Reserve, sarà focalizzato sul numero di rialzi, ovvero se aumentare il costo del denaro tre volte o di più nel 2019.
Mentre la volatilità del mercato azionario è salita alle stelle, “le azioni non si sono deteriorate abbastanza da giustificare una pausa”, ha spiegato Porcelli, sottolineando che a differenza della crisi dei mercati emergenti del 1998, quando le azioni sono crollate drasticamente, le azioni americane oggi sono ancora sostanzialmente piatte da inizio anno.
“Su questa base, vale anche la pena sottolineare che non è possibile affermare che è in gioco un effetto ricchezza negativo”, ha concluso.