Mercati

Fed, nulla di nuovo. Tassi ai minimi per molto tempo

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NEW YORK (WSI) – La Fed mantiene i tassi di interesse Usa fermi al minimo storico dello 0-0,25% e sottolinea che “la politica monetaria accomodante resta appropriata”. Lo si legge nel comunicato del Fomc, il braccio esecutivo della Banca centrale statunitense, che precisa che i tassi di interesse dovrebbero rimanere ai minimi “per un considerevole periodo di tempo”.

La presidente della banca centrale americana in conferenza stampa ha poi confermato che la Fed apre al rialzo dei tassi, in futuro, come il mercato sa da mesi, ma il costo del denaro tornerà a livelli normali solo nel 2017 (La Fed? alzerà i tassi gradualmente tra il 2015 e il 2017).

Il Fomc ha raggiunto la decisione (come da attese) di mantenere il range dei Fed Funds a 0,0-0,25%, con un voto che presenta due dissidenti: 8 a favore e 2 contro. In particolare, il presidente della Fed di Filadelfia Charles Plosser e quello della Fed di Dallas Richard Fisher hanno votato no alle decisioni dell’organismo che fissa la politica monetaria della Banca Centrale degli Stati Uniti.

A Wall Street gli indici hanno reagito in modo tiepido alle decisioni della Fed. Ecco le chiusure:

S&P 500 termina a quota 2,001.57 +0.13%

Dow Jones chiude a 17,156.85 +0.15%

Nasdaq finisce a quota 4,562.19 a +0.21%

Sugli altri mercati:

Crude Oil 94.11 -0.81% Gold 1,226.60 -1.09% EUR/USD 1.2872 -0.66% 10-Yr Bond 2.60 +0.42% Corn 341.25 -0.73% Copper 3.13 -1.03% Silver 18.70 -0.52% Natural Gas 4.08 +0.37% Russell 2000 1,153.89 +0.25% VIX 12.65 -0.63%.

La Federal Reserve ha inoltre ridotto di altri 10 miliardi di dollari l’ammontare delle operazioni di acquisto di titoli previste dal programma ‘Qe3’, che passa pertanto da 25 a 15 miliardi di dollari al mese. Nei dettagli, dal mese prossimo la banca centrale Usa acquisterà 10 miliardi di dollari di titoli di Stato e 5 miliardi di dollari di obbligazioni garantite da mutui.

Questa ulteriore sforbiciata renderà più vicina la fine, molto probabilmente nella prossima riunione del 19 ottobre, del terzo ciclo di sostegno monetario lanciato dalla Fed con la crisi del 2008, il cosiddetto quantitative easing.

Prosegue quindi secondo le tappe previste il ‘tapering’, ovvero, la riduzione graduale del programma di alleggerimento quantitativo della Fed, che potrebbe quindi concludersi già il mese prossimo. La Fed rivede poi al ribasso le stime per il Pil americano nel 2014 e nel 2015. L’economia americana crescerà quest’anno del 2,0-2,2%, meno del 2,1-2,3% stimato in precedenza. Nel 2015 il pil crescerà del 2,6-3,0% rispetto al +3,0-3,2% stimato in giugno. Per il 2016 il Pil è previsto crescere del +2,6-2,9%, mentre nel 2017 si attesterà al 2,3-2,5%.

Non cambia quindi il linguaggio usato dalla Federal Reserve sulle ”guidance”, ovvero sulla tempistica per un primo aumento dei tassi, che arrivera’ a un certo punto del 2015. Come si legge nel comunicato diffuso al termine dei due giorni di riunione del Fomc, il comitato monetario della Fed, la Banca centrale americana ”continua a prevedere” che ”sara’ probabilmente appropriato mantenere” i tassi al minimo storico ”per un tempo considerevole dopo la fine del programma di acquisto di asset”, prevista a ottobre.

Questo ”soprattutto se le previsioni sull’inflazione continueranno a essere al di sotto del 2% fissato come obiettivo” e se le prospettive di lungo termine resteranno ben ancorate. Quando la Fed decidera’ di cominciare ad alzare il costo del denaro, ”servira’ un approccio equilibrato in linea con gli obiettivi di lungo termine su massima occupazione e inflazione al 2%”.

Alla chiusura il Dow Jones avanza dello 0,10% a quota 17.148, dopo un nuovo record a 17.167 punti, l’S&P 500 guadagna lo 0,05% e il Nasdaq è in rialzo dello 0,16%.

L’economia americana si sta ”espandendo a passo moderato” e le condizioni del mercato del lavoro sono ”migliorate in qualche modo piu’ rapidamente”. Tuttavia, il tasso di disoccupazione ”e’ poco cambiato” e le risorse restano ”significativamente sottoutilizzate”. E’ quanto si legge nel comunicato diffuso dalla Federal Reserve al termine della riunione di due giorni del Fomc, durante la quale si e’ deciso di lasciare il costo del denaro ai minimi storici e di proseguire con il tapering (decisione non unanime, hanno votato contro il governatore della Fed di Dallas Richard Fisher e il suo collega della Fed di Philadelphia Charles Plosser). Le spese delle famiglie ”sono cresciute moderatamente” e gli investimenti delle aziende sono aumentati, ma la ripresa del mercato immobiliare ”rimane lenta”. L’inflazione, si legge nel comunicato, ”e’ al di sotto degli obiettivi di lungo termine” della Banca centrale americana, ma ”le aspettative restano stabili”. La Fed ”vede rischi” per l’attivita’ econmica e per il mercato del lavoro, anche se ”la probabilita’ che l’inflazione resti persistemente sotto il 2% e’ diminuita dall’inizio dell’anno”.

I listini si mantengono in rialzo dopo il dato sulla fiducia dei costruttori di case, cresciuta al livello più alto dal 2005.

Alcuni dati macro chiave saranno annunciati prima della decisione della Fed.
I prezzi al consumo negli Stati Uniti in agosto sono calati dello 0,2%. Si tratta del primo calo da aprile 2013. Il dato è peggiore delle attese degli analisti, che scommettevano sul fatto che rimanessero invariati su base congiunturale.

Giornata movimentata sul fronte degli utili: FedEx, General Mills e Lennar annunceranno gli utili prima del suono della campanella di avvio.

Il Dow Jones ha toccato un nuovo record ieri, virando in positivo dopo alcune indiscrezioni secondo cui la Fed dovrebbe mantenere un atteggiamento “dovish” nel comunicato di oggi.

Tra le commodities, i futures sul greggio (wti ny) con scadenza ad ottobre calano a 94.11 (-0.81%) dollari al barile.

Sul valutario l’euro in lieve calo a $1.2872.

I contratti sull’oro sono in leggero ribasso a 1,226.60 (-1.09%) dollari l’oncia.