NEW YORK (WSI) – La Federal Reserve è con le spalle al muro. Avrebbe dovuto adottare una stretta monetaria molto prima, invece ha continuato ad allentare e ora non ha più frecce al suo arco.
L’ultima spiaggia sarebbe, secondo alcuni osservatori di mercato, l’imposizione di una tassa sui contanti.
Dal momento che costa poco depositare denaro, alle autorità sarebbe concesso di tassarlo per obbligare i risparmiatori a spenderlo, facendolo circolare nel sistema finanziario, anziché lasciarlo parcheggiato nelle casseforti.
Per farlo l’idea è inserire una fascia magnetica nelle banconote prelevate in modo che rimanga registrata la data del prelievo. Quando la banconote viene ridepositato in banca, l’istituto userà i dati per dedurre una percentuale del valore del denaro, proprio come una tassa per il deposito di contanti.
Se la percentuale dell’imposta fosse del 5% al mese e un risparmiatore prelevasse una banconota da 100 dollari per due mesi e poi ridepositasse il denaro, la banca registrebbere un valore depositato di 90,25 dollari (100 dollari x 0,95 viene 95 dollari per il primo mese, $95 x 0,95 viene $90,25 per il secondo mese.
Sembra una pazzia, ma le banche centrali possono seriamente prendere in considerazioni simili misure. In particolare un istituto come la Federal Reserve che ha già tergiversato troppo, rimandando la stretta monetaria anno dopo anno dal 2012. Ormai sono passati nove anni dall’ultimo rialzo dei tassi.
E se è per questo anche la manovra di Quantitative Easing, quando è stata annunciata, è parsa come una follia nel 1999. Da allora ne abbiamo visti ben tre di programmi di questo tipo, solo negli Stati Uniti, per una somma totale spesa di ben 3.000 miliardi di dollari.
Ciononostante le autorità non sono ancora riuscite ad alimentare le spese al consumo e a ottenere una crescita economica sostenibile. Nei prossimi mesi Janet Yellen potrebbe trovare una soluzione alternativa per tenere viva l’attività economica artificialmente e rimandare ancora il rialzo dei tassi.
D’altronde non sarebbe la prima a dichiarare guerra ai contanti.
(DaC)