FED: tapering entro fine anno? Borse in rosso, dollaro vola e schiaccia l’euro sotto 1,17
Per ora non è stata presa nessuna decisione ufficiale. Ma, quello che appare certo, è che la FED inizierà prima del previsto il tapering, ovvero il rallentamento del ritmo di acquisto di obbligazioni (principalmente titoli di stato) all’interno del quantitative easing.
Fed, perchè si pensa alla fine del tapering
Una possibile decisione circa l’inizio del tapering è emersa ieri dai verbali dell’ultima riunione di politica monetaria del Federal Open Market Committee (FOMC) che ha mantenuto il tasso di riferimento in un intervallo compreso tra lo 0% e lo 0,25% e il ritmo degli acquisti mensili di obbligazioni di 120 miliardi di dollari.
Il consenso sulla tempistica resta ancora dibattuto, ma da quanto emerge i banchieri Usa credono che sia arrivato il momento di iniziare a preparare la riduzione del programma mensile di acquisto di titoli di Stato (80 miliardi) e titoli garantiti da mutui ipotecari (40 miliardi), avviato per sostenere l’economia durante la crisi provocata dal coronavirus.
Questo, unito alle dichiarazioni di alcuni governatori della Fed, fa prendere forma all’ipotesi di una riduzione degli acquisti già prima della fine del 2021.
I verbali arrivano ad una settimana prima del discorso di Powell al simposio di Jackson Hole, dove molti si aspettano che il governatore farà capire le prossime mosse entro la fine dell’anno.
La notizia ha dato benzina al dollaro, che ha schiacciato l’euro sotto la soglia di 1,17 dollari, livello che non veniva “rotto” da novembre 2020.
Pesanti anche le Borse europee in avvio di seduta. Dopo il calo registrato alla vigilia da Wall Street, a Piazza Affari il Ftse Mib cede l’1,5%, a Parigi il Cac40 l’1,83% e a Francoforte il Dax30 l’1,3%.
Economi Usa: ripresa a luci e ombre
Nelle minute si sottolinea come l’economia americana abbia fatto progressi nel perseguire gli obiettivi di un calo dell’inflazione verso il 2% e della piena occupazione. Ma i funzionari Fed evidenziano anche come siano necessari “ulteriori sostanziali progressi” e come il diffondersi della variante Delta del Covid continui a rappresentare un elemento di incertezza.
Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha dichiarato martedì che ‘non è ancora chiaro quale sarà l’impatto della variante Delta sull’economia, ribadendo che la pandemia ‘resterà con noi per un po” e che settori economici che esistevano prima ‘non torneranno più’.
Powell, ha indicato ulteriori progressi nel mercato del lavoro come un fattore chiave per l’eventuale decisione della Fed sul tapering, sebbene abbia ammesso che c’è ancora strada da fare.
Sondaggi segnalano un aumento delle preoccupazioni
Ma sul ripresa Usa restano numerose incognite. Secondo Gero Jung, Chief Economist, Mirabaud AM gli ultimi sondaggi relativi all’attività economica di agosto indicano un rallentamento.
“Se guardiamo il sentiment dei consumatori, l’ottimismo è precipitato, almeno stando alla rilevazione mensile dell’Università del Michigan, con l’indice aggregato sceso al minimo decennale”.
La causa principale di questo brusco calo è la recrudescenza dei casi di Covid-19 e la diffusione della variante Delta. Il calo dell’indice ha una base ampia, con diminuzioni registrate in tutti i gruppi demografici e in varie aree geografiche.
“I dati sull’inflazione sono entrati in una fase di moderazione, almeno secondo i dati CPI pubblicati la scorsa settimana. In effetti le pressioni sui prezzi nei settori più sensibili alla pandemia – che hanno avuto il peso maggiore nella recente impennata dell’inflazione – hanno iniziato a diminuire. Lo dimostrano i dati sui prezzi del noleggio di auto (- 4,6% su base mensile), su quelli dei biglietti aerei (-0,1%), così come il calo dei prezzi delle auto usate, in discesa dello 0,2% sul mese, rispetto a un precedente aumento mensile dell’11%.
Per quanto riguarda i sondaggi sulle imprese di agosto, la rilevazione Empire State manufacturing della Fed di New York – pur segnalando ancora una crescita – suggerisce un significativo rallentamento. Le prospettive di crescita a sei mesi sono effettivamente aumentate, mentre gli indicatori dei prezzi rimangono alti, con i prezzi di vendita che hanno segnato un nuovo record”.